Rave party alle ex Pascoli, passaparola su WhatsApp  

L’edificio abbandonato. Il complesso utilizzato illegalmente per feste a base di alcol e droghe I vigili urbani hanno trovato di tutto. La circoscrizione: «Situazione limite, va messo in sicurezza»



Bolzano. Il tam tam dei social porta lì. L'orario è intorno al tramonto, l'ingresso meglio se da via Diaz, davanti alla Tessmann. «Ci sono dei varchi nelle reti e poi si può entrare nell'atrio» informa il gruppo WhatsApp. Un ragazzo che abita dalle parti di via Combattenti e vuole mantenere l'anonimato mostra il messaggio sul suo cellulare: «Il 10 alle Pascoli». Il 10 è quello di agosto. E le vecchie scuole sono lo scenario della possibile festa. Sul fatto che sia avvenuta, quella sera, non ci sono conferme. Ma i lasciti delle tante avvenute prima o dopo sono inequivocabili. Ecco cosa accade lì, oltre la scalinata curva e tra le aule delle Longon o delle ex Pascoli. Se poi durante il rave party qualcuno accende un fuoco vicino alle porte interne di legno, la questione diventa pubblica. Ma, anche senza quel principio d'incendio che ha fatto riemergere l'emergenza, il degrado sta prendendo nuove forme. «Non vi dico quello che abbiamo trovato lì dentro» rivela un vigile all'indomani del controllo effettuato con funzionari dell'assessorato provinciale al Patrimonio. «È che sono anni che non accade nulla. Progetto fermo, niente si muove. E allora la gente si chiede perché. Io? Spero che adesso si vada avanti» dice Christoph Buratti, presidente della circoscrizione. «Speriamo che non ci scappi il morto» polemizza un abitante di via Diaz. È dalle adiacenti che sono infatti giunte le prime segnalazioni del fumo che si stava sprigionando. E le proteste. Il rischio è infatti legato all'apparente invisibilità di cui godono i frequentatori della vecchia scuola modernista. E alla possibile impunità percepita che può prendere corpo durante quelle serate nel corso delle quali gira fumo, alcol e molto altro. Tutto diventa possibile. Anche le sfide a procurare il danno maggiore. «È drammaticamente colpevole l'atteggiamento degli uffici provinciali che si occupano di contratti» attacca frontalmente Sandro Repetto. Il consigliere dem fa riferimento ai vistosi ritardi che Condotte continua ad accumulare dal giorno in cui ha vinto il bando di gara per la realizzazione del polo bibliotecario. Da allora, era il 2017, è passato molto tempo. «Condotte ci ha assicurato che realizzerà il progetto definitivo» ha risposto Massimo Bessone, l'assessore competente, all'indomani dell'incendio. «In realtà Condotte non ha ancora presentato le fideiussioni. Senza le garanzie bancarie nulla è certo. E mi stupisce il comportamento della Provincia - ribatte Repetto - nonostante i tanti segnali... non capisco da dove traggano tutta questa calma apparente. In realtà è uno scandalo: è da tre anni che avrebbe dovuto partire il cantiere». Ora la Provincia proverà a correre ai ripari. «È lei la responsabile dell'immobile» ha infatti chiarito il sindaco. Così che Bessone ha messo in campo due misure: l'ipotizzato intervento delle guardie giurate; e l'eventualità di murare le finestre. Ma sono centinaia. Tanto che rialza la testa il fronte contrario al polo in quel monumento modernista. Sia da destra che tra i 5Stelle. Alessandro Urzì non le manda a dire: «Mi aspettavo che Tommasini non cambiasse idea sull'abbattimento delle Pascoli. Ma me lo aspettavo invece dalla Lega. Invece nulla. Se mi avessero ascoltato, me e i tanti bolzanini contrari, si potevano ristrutturare internamente le vecchie scuole, non abbatterle, destinarle a bisogni sociali come co housing e successivamente, pensare alle ex Pascoli come soluzione ideale per la cittadella dei musei. Invece eccoci qui, ad aspettare Condotte...». P.CA.













Altre notizie

Attualità