Riapre il museo di Aldino

Bolzano. L'offerta museale dell'Alto Adige comprende, oltre ai 10 grandi musei provinciali, oltre un centinaio di altre raccolte e collezioni. Di norma la maggior parte di questi musei riaprono in...



Bolzano. L'offerta museale dell'Alto Adige comprende, oltre ai 10 grandi musei provinciali, oltre un centinaio di altre raccolte e collezioni. Di norma la maggior parte di questi musei riaprono in primavera dopo la pausa invernale. Quest'anno il lockdown ha posticipato la riapertura, vincolandola al rispetto delle norme igieniche e di sicurezza. Un sopralluogo utile per avere una fotografia della ripartenza nei musei altoatesini è stato condotto alla fine della scorsa settimana ad Aldino dal presidente e assessore provinciale ai Musei Arno Kompatscher. Il governatore ha visitato il Museo Civico dove è conservata per la maggior parte arte sacra. Si tratta di un vero tesoro di arte sacra, comprendente calici d'oro e antichi messali latini, provenienti dalla casa padronale del maso Thal e dalla cappella adiacente Maria Schnee. Solo la fortuna ha consentito la conservazione di questo tesoro intatto per secoli sino al 1985. Quando la Diocesi si apprestò a vendere il maso, il contenuto dell'edificio fu inventariato e fu allora che avvenne la scoperta di questo tesoro artistico. La Curia donò i reperti all'allora neonata Associazione Pro Museo di Aldino. Accanto al Museo Civico – che conserva anche dipinti, sculture lignee, monete e medaglie provenienti da collezioni private – l'Associazione Pro Museo di Aldino, che conta 150 membri, gestisce anche il museo dei mulini del maso Thal, dove sono fra l'altro visibili e perfettamente funzionanti una macina per il grano, una segheria veneziana, un mantice funzionante ad acqua, arnesi da fabbro e lattoniere, un tornio ed utensili usati dai carradori.













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