Rifiuti, 2 mila tonnellate dai pendolari

È il 7 per cento del totale dell’immondizia raccolta in città. La Provincia: «Con il nuovo sistema cesseranno gli abusi»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. «Duemila delle 30 mila tonnellate di rifiuti del Comune di Bolzano, pari a poco meno del 7 per cento del totale, sono prodotte dai residenti dei paesi limitrofi, dove già da anni si paga la tariffa in base alla quantità prodotta»: questo dato, mai ufficializzato in precedenza, ci è stato fornito ieri da Giulio Angelucci, direttore dell’ufficio provinciale gestione rifiuti. «Il fenomeno del pendolarismo della spazzatura - spiega Angelucci - è sempre esistito e ha pesato in modo significativo sulle tariffe praticate nel capoluogo. Ora, grazie al nuovo sistema, sarà possibile redistribuire l’ammontare complessivo dei residui prodotti, circa 110 mila tonnellate, su scala provinciale. È una questione di equità».

Il pendolare. Il giochino, per chi vive in periferia, non è difficile. Ne abbiamo parlato con un imprenditore che risiede nel Comune di Appiano e ha l’ufficio a Bolzano. «Le regole sono diverse da Comune a Comune - commenta - e questo facilita gli abusi. In Oltradige, ad esempio, ci sono oltre diecimila persone che lavorano in città e pagano in base alla quantità prodotta. Nella tariffa base vengono garantiti 7 svuotamenti all’anno, superati i quali bisogna pagare a parte. In tempi di crisi non mi scandalizzo più di tanto se centinaia di famiglie, superata la quantità ammessa, scelgono di caricarsi il sacchetto in auto per poi gettarlo nel primo bidone che incontrano da viale Druso in poi». Nel caso dell’imprenditore dell’Oltradige la scelta del cassonetto, in realtà, è quasi scientifica. «Ho un ufficio in periferia ma ogni giorno faccio una strada diversa in modo tale da ridurre al minimo i rischi di essere scoperto. In viale Druso uno dei cassonetti più frequentati è quello vicino alla pizzeria Metro. Se scelgo via Resia, invece, le opzioni sono più d’una. C’è un’isola, che ha anche le campane per la raccolta differenziata, vicino all’edicola, all’altezza del Palasport, così posso scaricare anche vetro, lattine e plastica. Se invece sono particolarmente carico opto per il cassonetto vicino all’agenzia scommesse, dietro al supermercato. Una terza opzione, infine, è viale Europa, dove c’è sempre un via vai di gente. A chi mi chiede se mi sento in colpa dico di no: pago le tasse, mando avanti un’azienda e non ho mai licenziato un solo dipendente. Fino a luglio, dunque, continuerò ad approfittarne».

Le cifre. Nonostante il «turismo dell’immondizia», sottolinea Giulio Angelucci, il bilancio a livello provinciale è più che soddisfacente, soprattutto se guardiamo alle altre regioni. «Alle 110 mila tonnellate di rifiuti residui vanno aggiunte quasi 30 mila tonnellate di rifiuti organici, 18/20 mila tonnellate di rifiuti verdi e 95 mila tonnellate di raccolta differenziata. Se sommiamo queste ultime tre voci arriviamo al 58 per cento di differenziata».

Sulla differenziata, in senso stretto, i dati dell’ultimo triennio sono in costante crescita. «Per il vetro siamo passati dalle 20.624 tonnellate del 2009 alle 22.386 del 2011, per la carta e il cartone da 38.229 a 40.200 tonnellate, per la plastica dalle 3.297 tonnellate del 2009 alle 4.853 del 2011. L’ultimo dato è sui metalli, passati dalle 6.171 tonnellate del 2009 ai 6.523 del 2011». L’ultima battuta è sul termovalorizzatore. Serve davvero? «Sì, e le emissioni saranno tra le più basse in ambito europeo».

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