Riforma sanitaria in Alto AdigeZerzer: "No ai doppioni nelle cliniche"

"Dobbiamo creare un sistema che integri il servizio sanitario pubblico con quello privato. E dobbiamo fare in modo che le cliniche non facciano concorrenza agli ospedali" dice Florian Zerzer, direttore del Dipartimento sanità



BOLZANO. «Dobbiamo creare un sistema che integri il servizio sanitario pubblico con quello privato. E dobbiamo fare in modo che le cliniche, sovvenzionate con i soldi provinciali, non facciano concorrenza agli ospedali». Florian Zerzer, direttore del Dipartimento sanità e braccio destro di Theiner ed il direttore dell’Asl unica Andreas Fabi spiegano che la Provincia non sopporterà doppioni: «Se un servizio è già offerto dall’ospedale e funziona bene non lo pagheremo anche alle cliniche».
Dai vertici della sanità, in tempi di Riforma, arriva una riposta lapidaria agli attacchi della clinica Santa Maria e di Villa Sant’Anna di Merano che con il riordino del sistema andranno di fatto a perdere l’assistenza indiretta (oggi il paziente paga e la Provincia rimborsa in parte, domani non sarà più così).
Peter Lechner - ginecologo alla Santa Maria e consigliere comunale del gruppo misto a Merano - è stato caustico: «Theiner è il becchino della sanità privata. Inizierà a colpire la Santa Maria, ci toglierà l’assistenza indiretta e ci farà chiudere prima Ostetricia, poi Chirurgia, Ortopedia e Urologia. Una volta castigati i privati farà altrettanto con l’Ostetricia dell’ospedale di Vipiteno e l’Ostetricia di San Candido».
Zerzer e Fabi non sopportano provocazioni.
«Dobbiamo creare un sistema che integri il servizio pubblico con quello privato. E non accetteremo che le cliniche, sovvenzionate con i soldi delle casse provinciali, facciano concorrenza agli ospedali e per questo non sovvenzioneremo doppioni. Acquisiremo dai privati dei servizi, questo sì, ma lo faremo nei settori ed in quelle branche che consideriamo carenti e soprattutto per ridurre le liste d’attesa».
Fabi precisa poi che nessuno ha intenzione di chiudere l’Ostetricia di Vipiteno o quella di San Candido ma che l’Asl dovrà fare bene i suoi conti: «Dobbiamo fissare dei paletti. Prendere tutti e 7 gli ospedali, vedere quanti parti contano all’anno e quanta strada c’è per arrivare da una struttura all’altra. Poi trarremo le conclusioni: se ridurre i reparti, chiuderli e passare al day hospital. La Riforma della sanità non può restare una bozza sulla carta, deve diventare realtà».
Ne è convinto anche Zerzer «adesso dobbiamo badare al sodo» che poi ribatte a Lechner: «Ha definito Theiner il becchino della sanità privata ed io gli rispondo ricordando che un eventuale rimborso provinciale cancellato (la famosa assistenza indiretta) non può seppellire da solo una struttura privata che sia in grado di fornire un servizio efficiente ed efficace. E se succede vuol dire che qualcosa non funziona».
Zerzer e Fabi continuano spiegando che non si può continuare a pesare sui soldi pubblici: «Ricordiamo che il cittadino che si rivolge ad una clinica privata paga di tasca sua solo una piccola parte dei costi visto che l’80 ed anche il 90% della cifra totale finisce col gravare sui conti pubblici a titolo di rimborso indiretto. Cosa che non succede nel resto d’Italia». I medici della Santa Maria spiegano che a loro però non risultano rimborsi così alti: «In Ostetricia ci risultano essere pari al 40-50% della cifra totale e non arrivano all’80%. Per altre patologie di base poi crollano. Due esempi per tutti: frattura al dito (5.500 euro di spesa, rimborso provinciale di 1.400 euro), protesi al dito (8.700 euro di spesa, rimborso di 1.400 euro)». Gli stessi medici trovano invece «scandaloso che tanti chirurghi nostrani vadano ad operare i loro pazienti altoatesini a Trento (Villa Bianca) ed a Negrar (ospedale Sacro Cuore) che sono strutture private convenzionate dove il paziente gode del rimborso totale».
Zerzer risponde anche a Stefano Crespi, direttore di Villa Sant’Anna, che accusa Asl e Provincia di non dare risposte in merito al budget ed al rinnovo della convenzione: «Abbiamo capito - accusa Crespi - che vogliono farci fuori». «Non facciamo fuori nessuno - conclude Zerzer - ma Crespi ha poche idee e ben confuse. Tiene in ballo noi ed il Comune di Merano perché non sa che fare. Che si decida e ce lo comunichi. Siamo disponibilissimi a parlarne».

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