Riforme, il sindaco diventerà senatore

Sì del governo alla clausola di salvaguardia sull’autonomia. Kompatscher a Roma: asse tra le speciali



BOLZANO. Autonomia blindata dalla clausola di salvaguardia e senatore garantito per il gruppo italiano: alla fine ha avuto successo la trattativa con il governo dei senatori del Gruppo delle Autonomie. Ieri è arrivato il via libera agli emendamenti dei parlamentari locali da inserire nella riforma costituzionale all’esame della commissione Affari costituzionali. La votazione era prevista nella tarda serata di ieri. Nel Senato delle autonomie il Trentino Alto Adige avrà quattro senatori, due consiglieri provinciali e due sindaci. In Alto Adige, in base all’emendamento del Gruppo per le autonomie (in commissione siede Francesco Palermo), verrà scelto il sindaco del capoluogo, più un consigliere provinciale. Via libera promesso dalla maggioranza anche agli emendamenti più attesi sull’autonomia: l'impianto attuale delle competenze resti invariato fino all'adeguamento dello Statuto, le eventuali modifiche allo Statuto avvengano con l'intesa tra le Province e lo Stato, ulteriori competenze possano essere assegnate alle due Province attraverso norme di attuazione. Spagnolli senatore? Il sindaco è scettico: «Toccherà al prossimo sindaco, ma io mi chiedo come sia possibile fare bene entrambe le cose. Questa soluzione non mi entusiasma. Comunque se mi venisse chiesto, farei anche questo». Di riforma costituzionale, in particolare il titolo V che disciplina i rapporti Stato-Regioni, hanno discusso ieri a Roma il presidente provinciale Arno Kompatscher e il collega trentino Ugo Rossi al vertice delle Regioni e Province autonome. «In vista della audizione in commissione del 16 luglio abbiamo concordato una strategia comune», riferisce Kompatscher, «Vogliamo dimostrare che le regioni capaci di un buon autogoverno rappresentano un valore aggiunto per il sistema. L’Alto Adige era una provincia povera: grazie all’autogoverno siamo terzi nella classifica del residuo fiscale, un vantaggio anche per lo Stato».













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