Risolto il «caso del cortile» Sarà aperto agli scolari

Finora i bambini dovevano attendere la campanella ammassati sul marciapiede Ora il Comune ha trovato la via d’uscita: accesso autorizzato senza sorveglianza


di Simone Facchini


MERANO. C’è voluto un anno di tempo, ma la soluzione al paradosso è stata scovata. I bambini delle scuole elementari Leonardo da Vinci e San Nicolò di via Huber possono aspettare l’inizio delle lezioni nel cortile della scuola, e non rimanendo all’esterno dei cancelli, sul marciapiede, osservando il cortile vuoto. La giunta comunale ha decretato che nei giorni di lezione in tre finestre orarie, dalle 7.30 alle 7.55, dalle 13 alle 13.15 e dalle 15.55 alle 16.30, il cortile sarà accessibile a tutti secondo i regolamenti municipali di analoghe superfici. Sul piano formale, in quegli orari l’area sarà in altre parole equiparata alla stregua di altri cortili scolastici. Per fare un esempio quello degli istituti di via Toti, dove i bambini possono accedere senza sorveglianza. È stata così messa la parola fine a una situazione paradossale, nella quale ciascuno aveva le proprie ragioni e a rimetterci in conclusione erano i bambini e la loro sicurezza.

La situazione bizzarra era stata segnalata oltre un anno fa da un genitore, portavoce di altre madri e altri padri, che aveva denunciato il bislacco caso del cortile scolastico, recintato e tenuto chiuso – dunque inaccessibile - fino al suono della campanella di inizio lezioni, mentre bambini e accompagnatori erano costretti ogni mattina ad accalcarsi sul marciapiede esterno, sconfinando anche sulla strada. Quel tratto di via Huber è interdetto alle auto negli orari di entrata e uscita da scuola, e dunque anche prima dell’inizio lezioni, ma non per frontisti e biciclette che sfrecciano sulla pista ciclabile.

Insomma, una situazione potenzialmente pericolosa, e soprattutto insensata. Eppure il consiglio d’istituto, coinvolto del caso, aveva confermato la chiusura del cancello e dunque l’impraticabilità del cortile prima della campanella. Secondo quanto risposto al tempo dal consiglio d’istituto, "la permanenza all'interno del perimetro scolastico di genitori e alunni implica la garanzia della presenza del servizio di vigilanza e assistenza a cura del personale docente e non docente. Un servizio che la scuola non è in grado di assicurare in rapporto alla riduzione degli organici e agli orari di servizio, se non sottraendo ore lavorative alla didattica".

Una presa di posizione che coincideva con il passaggio della patata bollente al Comune: all’amministrazione il compito di uscire dall’impasse. Amministrazione che ora ha trovato la quadratura del cerchio, con una semplice mossa. «Abbiamo reputato questo il modo migliore per risolvere la situazione – spiega il vicesindaco Balzarini, assessore alle scuole in lingua italiana – da un lato sollevando la scuola da incarichi per i quali non possedeva sufficienti risorse, e dall’altro responsabilizzando i genitori».













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