Rivolta in carcere, il giudice convoca guardie e detenuti

Lunedì l’incidente probatorio che dovrà chiarire cosa accadde in via Dante. In tribunale saranno ascoltati anche dodici agenti di custodia


di Susanna Petrone


BOLZANO. Fissata la data per l’incidente probatorio che dovrà fare chiarezza su cosa sia realmente accaduto il giorno della rivolta all’interno del carcere: lunedì il giudice delle indagini preliminari Walter Pelino sentirà dodici agenti della polizia giudiziaria e ventiquattro detenuti, che si sono costituiti parte civile nell’indagine. La rivolta era scoppiata il 23 gennaio scorso: erano stati incendiati materassi, vestiti, cibo e carta. Quattro persone erano rimaste intossicate ed erano state trasportate all’ospedale per essere medicate.

Un intero piano era stato dichiarato inagibile e i danni ammontavano a 20 mila euro. Settanta detenuti erano stati spostati in altre strutture carcerarie. Sin dall’inizio il sostituto procuratore Axel Bisignano ha aperto due inchieste parallele sulla vicenda: la prima vede tra gli indagati sei detenuti, che dovranno rispondere di danneggiamento aggravato e incendio doloso.

La seconda, invece, non è stata ancora conclusa. Lunedì - ma con ogni probabilità anche martedì - il gip sentirà le dichiarazioni di dodici poliziotti, che al momento della rivolta si trovavano in servizio. Infine raccoglierà le deposizioni dei ventiquattro detenuti che si sono costituiti parte civile, denunciando di essere stati maltrattati e picchiati ingiustamente.

Il secondo filone era stato aperto proprio dopo che un giovane magrebino aveva dichiarato di essere stato picchiato dagli agenti della polizia penitenziaria prima dei disordini. Aveva spiegato che i detenuti si erano innervositi, dando vita alla rivolta a causa della presunta aggressione.

Per il momento, in mano agli inquirenti, c’è solo un certificato medico, che riporta la data della rivolta.

Secondo la documentazione, il giovane detenuto sarebbe caduto dalle scale procurandosi ferite alla schiena e al volto. Il giorno dei disordini - in mattinata - il magrebino afferma di essere stato convocato presso l’ufficio matricola. Gli agenti gli avrebbero notificato un’ulteriore sentenza, confermandogli di fatto che la sua permanenza si sarebbe prolungata. Ma il detenuto avrebbe iniziato ad agitarsi, spiegando che doveva trattarsi di un malinteso. Da questo momento le versioni cambiano: il marocchino dice di essere stato picchiato. Gli agenti dicono di averlo riportato in cella.

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