S.Candido, profughi attesi tra paure e polemiche

Un incontro fra Comune e cittadini ha fatto il punto sull’arrivo di 40 migranti C’è chi si oppone e il sindaco ha chiesto di aggiornare le decisioni a fine estate


di Fausto Da Deppo


SAN CANDIDO. San Candido aspetta l’arrivo dei profughi annunciato dalla Provincia, ma non si sente preparato all’appuntamento e lo hanno sottolineato amministratori e cittadini incontratisi lunedì sera. Il Comune, con il sindaco Rosmarie Burgmann, ha rinnovato la richiesta di “attendere la fine dell’estate per valutare con maggior chiarezza l’intera questione relativa ai migranti”, mentre tra imprenditori e operatori del turismo è emersa la voce di Franco Fortarel, dell’hotel Walter, per il quale, “al di là di buonismo e idealismo, l’arrivo dei profughi rischia di tradursi in contraccolpi per la locale economia turistica, per la sicurezza delle nostre comunità e anche per le casse pubbliche”.

Intanto, “la Provincia ha deciso di ristrutturare l’edificio nell’area dell’ex caserma Druso - riprende Burgmann - i lavori dovrebbero iniziare presto e sarà quello l’alloggio per i profughi destinati a San Candido, fino a un massimo di 40 persone secondo quanto ci ha detto la Provincia”. Se già quel numero solleva dubbi (“Sembrano tanti per un paese di tremila abitanti - dice la sindaco - anche se posti più piccoli ne hanno ospitati altrettanti”), è un po’ tutta la cornice politico-logistica dell’arrivo a tingersi di preoccupazioni: “Vorremmo capire - riassume Burgmann - come si evolverà la situazione generale: i flussi di profughi aumenteranno? Dalla direttrice del Brennero, potrebbero spostarsi anche verso la Puisteria? Tutti dicono di no, ma noi siamo un Comune di confine e le domande ce le poniamo”.

Insomma, Burgmann parla di un quadro che presenta delle “incognite”, anche se esclude chiusure preventive ai profughi e si affaccia sui successivi passi da compiere: “La Provincia ha deciso arrivo e alloggio, ora bisogna prepararsi a gestire la cosa”. Fortarel, invece, fa oscillare questioni, dettagli e particolari ancora da definire tra delusione e “arrabbiatura”: “Per sistemare in modo almeno decente la casa all’ex Druso serviranno 800-900 mila euro, c’è anche un tratto di acquedotto da rifare. Nel frattempo, i soldi non si sono trovati per il reparto di maternità a San Candido, chiuso dopo anni di promesse sul suo salvataggio. Si pensa agli extracomunitari con incontri del buonismo e dell’idealismo e non si vedono i nostri giovani che emigrano per trovare lavoro. Apriamo ai migranti nel nome della società multietnica e ancora restano aperti temi e questioni dei rapporti tra gruppi linguistici altoatesini”. Fortarel, poi, prova a inquadrare il futuro dell’economia pusterese: “Questa è una zona che ha fatto della sicurezza e della tranquillità la carta vincente del suo turismo. Tutti ci garantiscono che coni profughi non ci saranno problemi di inserimento e convivenza, ma, guardando a ciò che è successo altrove, i rischi che aumentino accattonaggio e microcriminalità chi può escluderli in modo convincente?”

“La Provincia - fa sapere la sindaco - non ha risposto a una precedente nostra richiesta di aggiornare la questione alla fine dell’estate. Lo richiederemo ancora”. E Fortarel non si vorrebbe mettere nei panni della Burgmann: “Sulla vicenda profughi è partita con le migliori intenzioni, ma la matassa le si è aggrovigliata tra le mani. Capisco la sua situazione, non la biasimo: quello che manca sono tutele per noi che viviamo e lavoriamo qui”.

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