BOLZANO

Saldi, a Bolzano l’assalto c’è stato solo nelle grandi catene

Codacons: «Aboliamo le svendite, non hanno più alcun senso» Confesercenti ribatte: «Sbagliatissimo servono eccome»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. Una città ed un commercio - sempre più - a due velocità. Non si sono viste particolari code alle casse ieri nella prima giornata di svendite - spiegavano gli addetti dei singoli esercizi che ricordano come in questi giorni per loro si giochi una fetta del 12% sul volume totale delle vendite annue - ma il flusso di clienti è stato continuo ed in generale buona l'emissione di scontrini. Diverso il colpo d’occhio all’interno delle grandi catene, soprattutto dell’abbigliamento e dell’intimo del centro città, dove le code ci sono state.

Disciplinate ma ininterrotte. In generale si può dire che dopo anni di cinghia stretta, tornano a salire i budget mirati soprattutto ad abbigliamento, calzature e accessori che in questi anni hanno sofferto di più. Federico Tibaldo - presidente provinciale di Confesercenti - spiega che è vero, che Bolzano va a due velocità anche perchè negli ultimi anni si è assistito ad un enorme espansione della metratura nella grande distribuzione e della distribuzione organizzata - pensiamo solo al Twenty - questione che ha di fatto danneggiato tutti gli altri. «Vale la regola che non ce n’è per tutti. Non è che ampliando a dismisura i metri quadrati per la vendita al dettaglio aumenta anche il numero di consumatori! Sempre quelli sono! Ovvio che qualcuno vada a perderci e le chiusure continue di attività o le alternanze di gestione la dicono lunga sulla realtà delle cose».

Ma c’è anche chi ritiene che i saldi non servano più a nulla in un commercio che ha fatto della vendita promozionale, del fuori tutto per rinnovo che molto spesso rinnovo di fatto non è... e dell’offerta speciale una bandiera.

Il Codacons infatti (associazione tutela consumatori) ha appena chiesto al Governo di abolire le svendite già a partire dal 2017: «Gli sconti di fine stagione sono obsoleti e superati lo dimostrano i dati deludenti sulle vendite in regime di saldi degli ultimi anni e lo scarso interesse da parte dei consumatori, che non prendono più d'assalto i negozi. Oggi i consumatori hanno la possibilità di usufruire di sconti tutto l'anno e questo succede grazie all'e-commerce ed ai negozi online, che praticano offerte e promozioni senza insulsi limiti temporali. Per questo crediamo sia giunta l'ora di abolire del tutto i saldi e liberalizzare il commercio, lasciando agli esercenti la facoltà di scegliere quando scontare la propria merce». Ma Confesercenti non ci sta: «I saldi hanno senso perchè aiutano il negoziante ad eliminare il magazzino e promuove la vendita». Resta da capire se abbia un senso iniziare il 2 luglio. «Effettivamente iniziano molto presto ma possiamo dire che la logica dell’anticipo serve comunque a stuzzicare il cliente ed alla fine aiuta a far cassa. Guardate... a Bolzano avevamo un problema grossissimo che per fortuna abbiamo risolto. Vi ricordate quando la città iniziava una settimana dopo Trento e i clienti se ne andavano altrove a fare shopping? Per fortuna abbiamo risulto la questione ed evitato distorsioni nella concorrenza e la Camera di commercio in questo senso ci ha dato una mano importante».

Secondo le stime dell'Ufficio Studi di Confcommercio, la spesa sarà in media di 100 euro a persona, in leggero aumento dai 98 euro del 2015, e di 232 euro a famiglia. Lo stesso accadrà in Alto Adige. Uno su due (58%) punterà al capo pregiato strappato al prezzo più conveniente ma ben il 34% opterà per il low cost. Insomma gli esperti a livello nazionale spiegano che dopo anni di cinghia stretta, tornano a salire i budget mirati soprattutto ad abbigliamento, calzature e accessori che in questi anni hanno sofferto di più.

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