Salorno: si scaverà al Doss della Forca

C’è l’ok all’estrazione del materiale franato lungo la Statale La «Cogi» conta di riuscire a utilizzare altri 10mila metri cubi


di Massimiliano Bona


SALORNO. Con una delibera per certi versi sorprendente il Comune di Salorno, a cinque anni dalla frana al Doss della Forca, ha deciso di concedere alla ditta Cogi di scavare «anche il materiale franato lungo la Statale 12».

Lo smottamento, lo ricordiamo, cinque anni fa provocò non pochi disagi anche alla viabilità di tutta la zona. Dovrebbe trattarsi complessivamente di 10 mila metri cubi, ma la misurazione esatta è prevista solamente nella primavera 2016, dopo il disgelo, come consigliato dall'ufficio provinciale geologia. Il Comune - da parte sua - dall’operazione conta di incassare poco meno di 30 mila euro, cifra che andrà ad aggiungersi a quella per il materiale già autorizzato per il 2015 e il 2016. Per la Cogi, di sicuro, nei prossimi mesi non mancherà il lavoro. In particolare il materiale concesso per il 2015 era di 3.478,22 metri cubi, ma ne sono stati estratti (come risulta dagli ultimi conteggi) solamente 1.500. Pertanto il materiale che resta da scavare nel 2016 è di 1987,22 metri cubi. Ricordiamo che la Cogi, società che si occupa di estrarre e riutilizzare la ghiaia ad un prezzo di 2,75 euro al metro cubo, pagherà anche un canone d'affitto per le aree individuate che nel 2016 sarà di poco superiore ai 17 mila euro.

Di sicuro la zona - rivelatasi piuttosto delicata dal punto di vista idrogeologico - nel corso degli anni è stata sfruttata intensivamente, prova ne sia che la prima concessione per il Doss della Forca risale addirittura al 1987, quando fu firmato il primo contratto con la ditta del geometra Enzo Girardi. Il 15 dicembre 2011, poi, a seguito della frana lungo la statale tra Salorno e San Michele, fu ordinato dall’ex sindaco Giorgio Giacomozzi lo sgombero dell’areale interessato fino al 25 ottobre 2012. Per quanto attiene la nuova concessione sul materiale franato all'epoca la giunta comunale guidata da Roland Lazzeri ammette di aver fatto «una discussione approfondita», tenendo conto anche degli eventuali problemi che potrebbero sorgere per una questione di sicurezza. Lo sfruttamento appare, dunque, giustificato, grazie anche al buon ritorno economico.

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