Sbarra in via della Vigna, Provincia contro Comune

Durnwalder: «Non siamo noi a dover fare l’esproprio e a modificare il Puc». Urzì: «Almeno si potrà togliere l’illuminazione pagata con denaro pubblico»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. L’annosa vicenda della sbarra di via della Vigna potrà essere risolta con un esproprio della strada interpoderale da parte del Comune di Bolzano. Posto che la giunta lo voglia davvero per rispondere alle centinaia di proteste da parte dei residenti. Comunque da subito si potrà provvedere a rimuovere l'illuminazione «se pagata con denaro pubblico, che non aveva alcun titolo di essere speso». Questo è almeno il pensiero del presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder, che ieri in Consiglio ha spiegato i motivi della bocciatura del disegno di legge presentato da Alessandro Urzì di Alto Adige nel cuore che chiedeva la rimozione della sbarra o la realizzazione di un passaggio sicuro per pedoni e ciclisti.

Il disegno di legge partiva da un presupposto. «Se i Consorzi di bonifica, poderali o interpoderali, hanno ottenuto contributi e risorse attraverso le quali sono state realizzate strade interpoderali - spiega Urzì - per l’illuminazione pubblica, per la loro asfaltatura, quelle stesse arterie stradali devono essere rese accessibili ai pedoni e alle biciclette senza ostacoli incomprensibili, come la sbarra che impedisce di passare a quanti sono diretti all’ospedale».

La polemica si trascina da anni, e solo qualche settimana fa ci sono stati anche due incidenti, per fortuna non di grave entità. Nel corso della discussisone, in Consiglio, c’è stato un fuoco di fila delle opposizioni di lingua tedesca (Südtiroler Freiheit, Bürger Union e Freiheitlichen) e della Svp, schierate a difesa delle prerogative dei contadini.

Durnwalder, pur difendendo gli agricoltori della zona, ha spostato il bersaglio. Se volete aprire la strada - ha detto - convincete il Comune di Bolzano a modificare il piano urbanistico, ad inserire quella strada fra quelle di interesse pubblico e a espropriare il terreno. «Se non lo si fa la responsabilità è del Comune e non certo della Provincia». E mentre la discussione saliva di tono il governatore altoatesino ha rincarato la dose parlando dell’illuminazione. «Va tolta e subito, se è stata pagata con denaro pubblico». Ancora una volta puntando l'indice sul Comune. «Insomma - precisa Alessandro Urzì - un’autentica bomba, sganciata su sindaco e giunta. Ora non resta che attendere la replica del Comune. Da parte mia rimane una certa amarezza: accogliere il disegno di legge avrebbe significato garantire una soluzione immediata al problema. Invece si è scelta la strada dello scarica barile».

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