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Scarsità d’acqua in Alto Adige, allerta di Unibz e Dachverband 

Gli esperti Lub: eccessivo spreco di acqua per innevamento artificiale, agricoltura e turismo La proposta dei protezionisti: acque correnti da rinaturalizzare. No ai contributi pubblici per consentire ai privati lo stoccaggio



BOLZANO. Le mancate precipitazioni e la siccità sono diventati uno dei temi più sentiti oggi, sia a livello nazionale che provinciale.

Unibz: Alto Adige in ritardo

«Anche noi altoatesini siamo interessati più pesantemente dalla crescente scarsità d’acqua, rispetto ai nostri vicini di lingua tedesca, in quanto la siccità di quest’inverno ha colpito soprattutto la zona a sud delle Alpi e l’Ovest Ue», afferma il professor Maurizio Righetti, docente di costruzioni idrauliche alla Lub. Attualmente Unibz, specie con le due nuove facoltà di Ingegneria e Scienze agrarie, è molto impegnata nella ricerca di soluzioni alle attuali sfide legate all’acqua. «L’Alto Adige è in ritardo rispetto alle indagini Ue nella raccolta di dati ambientali critici», afferma il professore di Ecologia, Stefan Zerbe. Ad esempio, non esiste un catasto aggiornato, né una valutazione ecologica delle zone umide o delle brughiere, né analisi complete dei residui di pesticidi o nitrati nelle acque superficiali e sotterranee. «Inoltre, c'è un eccessivo spreco di acqua per l’innevamento artificiale, l’agricoltura e il turismo», afferma Zerbe. «La vasta esperienza di unibz permette di colmare le lacune relativamente ai dati in questo settore e di sviluppare programmi per un uso sostenibile dell’acqua».

Le proposte del Dachverband

L'Alto Adige è ricco di acqua potabile di ottima qualità - almeno finora. L'estate 2022 e i primi mesi del 2023 dimostrano con chiarezza che anche in Alto Adige l'acqua non è più una questione scontata. In occasione della Giornata internazionale dell'acqua, la Federazione Ambientalisti ha presentato delle proposte per far sì che l'Alto Adige continui ad essere un serbatoio d'acqua. In Alto Adige, «l'acqua potabile a basso costo è un dato di fatto». Secondo il Dachverband «un ripensamento e una pianificazione in anticipo sono necessari, perché dopo l'estate d'emergenza del 2022, anche la primavera del 2023 sarà priva di precipitazioni, soprattutto di neve. Questi periodi di siccità non saranno più un'eccezione a causa del cambiamento climatico e del suo impatto sulla quantità e sui tempi delle precipitazioni». Ed ecco allora le tre proposte avanzate dalla Federazione Ambientalisti presentate ieri.

Le acque correnti dovrebbero essere rinaturalizzate

«L'acqua scorre più velocemente negli argini stretti dei fiumi canalizzati e quindi lascia l'Alto Adige in un tempo più breve», spiega il Dachverband. Corsi d'acqua il più possibile naturali in un letto di torrente il più ampio possibile trattengono l'acqua in modo naturale e hanno anche un effetto positivo sul livello delle acque sotterranee. «Chiediamo quindi lo smantellamento dei canali di scolo in fondo alle valli e una rinaturalizzazione su larga scala, e che l'allargamento dei fiumi sia incluso nella costruzione di nuove infrastrutture, come la linea ferroviaria parzialmente nuova tra Merano e Bolzano», afferma Josef Oberhofer, presidente della più grande organizzazione di tutela ambientale dell'Alto Adige.

Dimostrare la disponibilità di acqua

Per gli impianti di innevamento è obbligatorio dimostrare (ormai è uno standard) da dove proviene l'acqua necessaria per innevare artificialmente le piste entro un breve periodo di tempo. «Riteniamo necessario che la stessa prova venga fornita obbligatoriamente anche per tutte le conversioni delle foreste in verde agricolo, così come per tutti i progetti ad alta intensità idrica per strutture turistiche e industriali. In altre parole: già in fase di progettazione si deve dimostrare come verranno irrigate le mele e riempite le piscine private», afferma la direttrice Madeleine Rohrer. «Se non c'è abbastanza acqua, il progetto non può essere approvato».

Rendere i costi reali

La concorrenza per l'acqua aumenterà. «L'acqua, in quanto bene pubblico e scarso, deve avere un prezzo che sia socialmente giusto e rifletta i costi per l'ambiente», affermano Oberhofer e Rohrer. Ciò significa che gli investimenti per i serbatoi di stoccaggio idrico non dovrebbero essere finanziati attraverso contributi pubblici, dato che i profitti derivanti dall’utilizzo dell’acqua stoccata vengono poi privatizzati. Anche l'ordinanza che regola la tariffa dell'acqua potabile dovrebbe essere rivista con l'obiettivo di riflettere il vero costo dell’acqua. Infine, i consumi di tutte le categorie dovrebbero essere resi noti. DA.PA

 













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