Scintille tra Svp e Pd, verifica in Comune a Bolzano

Comune, c'è maretta in maggioranza. Dopo l'ennesimo sgarbo Svp al Partito democratico, ora il Pd chiede una verifica sul caso Assb


Davide Pasquali


BOLZANO. Comune, c'è maretta in maggioranza. Dopo l'ennesimo sgarbo Svp al Partito democratico, ora il Pd chiede una verifica sul caso Assb. Il partito di raccolta sudtirolese, invece, pretende una verifica tout court, non solo col Pd ma con l'intera maggioranza. Manca il numero legale in consiglio comunale e così salta il voto sull'«affaire» Tosolini ai Piani. Al di là dello specifico, a detta di molti osservatori solo l'ennesimo sgarbo della Svp al Pd dopo i vari casi Vittorio, Assb, ufficio Cultura "tedesco", cuneo verde e via via ostacolando. Franca Berti, capogruppo Pd in consiglio: «Non ho questa sensazione, non mi sembra uno sgarbo. E comunque distinguerei caso da caso. Su alcuni aspetti Pd ed Svp dovrebbero confrontarsi di più; dovremo cercare il confronto e approfondirlo».

Sulla Cultura non ci sarebbe stato nessuno sgarbo. «Né io né il mio gruppo - sostiene Berti - abbiamo pretese. La cosa sta andando per conto suo». Insomma, il problema «è slegato dal contesto partitico». Non vede però, Berti, uno scontro fra partiti. «Più volte ci siamo trovati con capogruppo Svp e vicesindaco, per concordare linee comuni. C'è sempre stata disponibilità da parte loro. Spesso mi hanno cercata loro». «I problemi - va oltre - più che altro sono dovuti alla realtà interna alla Svp, poco coesa. A mio avviso, alcune meteore sfuggono al controllo del partito. Con il vicesindaco Ladinser ci siamo sempre ampiamente trovati. Però all'interno della Svp a volte alcune persone manifestano il loro malessere...». Sul caso Vittorio, «ormai siamo su un piano tecnico-giuridico». Ma un tema su cui di sicuro ci si dovrà confrontare, a breve, è l'Assb: «Subito dopo pasqua ci incontreremo. I due partiti si devono confrontare. Serve pragmatismo, perché qui ne va del sociale, delle ricadute dirette sui cittadini. E la questione è trasversale a tutti gli assessorati. Dobbiamo cercare una strategia adeguata a problemi e difficoltà. Poi troveremo anche l'accordo politico. Solo dopo, a tappe, affronteremo anche il resto».

«Non nego - risponde Mayr - che a volte dobbiamo cercare una maggioranza anche all'interno del partito. Ma non abbiamo fatto nessuno sgarbo. È vero l'inverso, vale esattamente il contrario». «Sulla questione Tosolini tutti i consiglieri Svp presenti in aula hanno votato. Io ero assente per questioni di salute, come Greti Rottensteiner. Sul caso Vittorio è stata la Trincanato a non volere la riconferma, noi, come Svp, non siamo nemmeno entrati nella discussione». «Sulla questione Assb - prosegue - qualcuno voleva cambiare rotta, ma non eravamo noi. Prima di portare le cose in giunta, bisognerebbe parlarne prima in maggioranza». Non è la Svp ad assumre comportamenti ondivaghi, ma è qualcun altro. Esempio: «Margheri, che una volta dice così e un'altra dice il contrario». Mayr ritiene che «siamo noi la colonna più ferma dell'intera maggioranza. E non mi lascio dire che siano noi a creare problemi. Soprattutto nego che vogliamo crearli ad arte». Se si vuole portare avanti un discorso, precisa, «si deve discuterne, assieme». Il capogruppo Volkspartei, per spiegare, esemplifica ancora: «Su Tosolini: lo conosco da anni, per questo già da diverso tempo avevo, ripetutamente, chiesto che si trattasse direttamente con lui. Lo si è fatto soltanto due giorni fa, dopo che erano emersi i problemi in giunta. Bisognava muoversi prima, verificare prima».

E che occorrano delle verifiche, su tutto, subito, è lapalissiano: «Sicuramente servono, non soltanto col Pd, ma con l'intera maggioranza, con tutti i partiti. Non è colpa della Svp se succede quel che succede. Della Ratta dei Socialisti, per esempio, bisogna stare attenti a cosa fa». Dunque, anche nella Svp ci sarebbero varie anime e non tutto fila proprio liscio, ma secondo Mayr la mancanza di una linea comune sarebbe da imputare altrove. Al Pd o alla maggioranza. O a entrambi.













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