Serpenti, è piuttosto facile capire se sono velenosi

I vigili del fuoco: «Bisogna stare alla larga da quelli con la testa triangolare» È meglio restare immobili e - in caso di dubbi - allertare comunque i pompieri


di Alan Conti


BOLZANO. Due quindicenni in cortile a parlare come avviene centinaia di volte a quell’età, ma a un certo punto in mezzo al prato ecco spuntare un serpente. È quanto accaduto ieri a due ragazze in via Rasmo a Casanova che hanno conosciuto da vicino un esemplare di oltre un metro tra i civici 97 e 105. «Ci siamo stupiti – racconta Eva Mercati, residente intervenuta subito dopo la segnalazione – e abbiamo chiamato i vigili del fuoco. Non siamo riusciti a capire esattamente che tipo di serpente fosse, ma di certo non era velenoso né minimamente aggressivo. Meglio così». Probabilmente il rettile è semplicemente risalito dalla zona del fiume. In prossimità di alcune roccette lungo la ciclabile in direzione Vadena, infatti, capita abbastanza frequentemente di imbattersi in serpenti in libera uscita.

«Cercano il caldo e luoghi riparati – spiegano direttamente i vigili del fuoco – e l’estate è logicamente la stagione in cui è più facile trovarli in cerca di un approdo naturale». Molte persone, però, si impressionano facilmente alla vista di questi animali, ma per i pompieri è importante riuscire a mantenere una calma magnetica, freddi quanto loro. «Sì, è importante non stuzzicarli, segnalarceli immediatamente e non perderli di vista. In città è altamente improbabile, ma non si può mai escludere si tratti di un esemplare velenoso». In realtà un metodo empirico per farsene una ragione ci sarebbe pure, ma bisogna essere capaci di osservare bene senza provare alcun fastidio. «I serpenti velenosi presentano una testa triangolare, quelli innocui ce l’hanno più a forma di uovo. Non solo, un’altra spia della pericolosità sono gli occhi: se la pupilla è formata solo da una fessura bisogna prestare la massima attenzione. Certo, ci rendiamo conto di come non si tratti di un’osservazione semplice quindi è sempre meglio chiamare il più in fretta possibile». Se in città si può stare ragionevolmente sicuri, al netto di passioni esotiche di qualche vicino di casa, lo stesso non si può dire in montagna. «Le raccomandazioni sono sempre le stesse. Attenzione a spostare i sassi e a camminare in zone impervie con scarpe aperte o con abbigliamento non adatto all’ambiente». Per il resto bisogna mantenere la calma: difficilmente al serpente interessa davvero il polpaccio di un passante.

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