Sesto, il figlio morì in slitta: «Fate subito una legge»

Claudio Campiti porta avanti una campagna per la sicurezza delle piste E ora si appella al Cai: «Serve una norma ma finora la Provincia è immobile»


di Aldo De Pellegrin


SESTO. Il primo marzo dell'anno scorso è stata una data tragica per la famiglia romana Campiti, per il padre Claudio, naturalmente per la mamma che era in vacanza col ragazzo, ma soprattutto per il figlio della coppia, Romano, che solo qualche giorno dopo avrebbe compiuto 15 anni ma che invece è morto schiantandosi contro un albero dopo essere uscito di pista con lo slittino, a bordo del quale era stato lasciato da solo a percorrere, per la seconda volta in assoluto, la difficile pista di discesa dalla Croda Rossa. Romano faceva parte di un gruppo di ragazzi affidati alla tutela di un maestro di sci di Cortina d'Ampezzo, Alessio Talamini, rinviato a giudizio per omicidio colposo come pure il gestore della pista, la società impiantistica di Sesto ed il suo responsabile della sicurezza. Il processo verrà iscritto a ruolo prossimamente presso il Tribunale di Bolzano ma non è questo ciò che, al momento, interessa di più a Claudio Campiti, il padre dello sfortunatissimo quindicenne che dal momento della sciagura che ha colpito lui e la sua famiglia, si batte con la Provincia autonoma di Bolzano per ottenere una normativa adeguata a tutela e garanzia della sicurezza, oltre che sulle piste da sci, anche sulle piste di slittino che sono molto esposte anch'esse al rischio di incidenti, sia per l'impreparazione o l'esuberanza dei molti protagonisti che si trovano loro malgrado a sottovalutare le difficoltà di condurre una slitta su discese spesso ripide, ad alta velocità e su stradine forestali costeggiate da fitti boschi, dove un'uscita di strada può in ogni momento rivelarsi fatale, come anche per l'assai vaga definizione o interpretazione di sicurezza che si applica ai tracciati. La normativa esistente è riassunta dalla Legge dello Stato del 2003 che però tocca solo marginalmente la pratica dello slittino, che invece in Alto Adige è cresciuta di stagione in stagione come attività collaterale ed alternativa allo sci. Claudio Campiti, che lamenta da una parte l'immobilismo della Provincia di Bolzano da cui ha finora raccolto solo solidarietà e promesse ma non l'atto legislativo che vorrebbe a garanzia della sicurezza dello slittino e che ha esplicitamente chiesto anche al presidente Durnwalder, ha intanto dato il via da luglio a una campagna di sensibilizzazione mediatica che ha già coinvolto l'alpinista Reinhold Messner e che sta interessando in questi giorni anche tutti i gruppi altoatesini del Cai, chiedendo anche ad essi una presa di posizione chiara e decisa in favore di una normativa «che almeno non renda vana la morte di Romano».













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