Settemila chilometri in bicicletta per aiutare i bambini

Armin Zöggeler ha attraversato 7 Paesi sudamericani Il reportage del viaggio sosterrà un progetto in Bolivia


di Fabio Zamboni


BOLZANO. Dopo quattro mesi e quasi 7000 chilometri in bicicletta, è tornato a casa: Armin Zöggeler, 32enne neoingegnere di Verano, altopiano di Avelengo, omonimo del campione di slittino, ha attraversato sette paesi sudamericani accumulando ricordi e fotografie che presto racconterà in pubblico come testimonial di un progetto benefico che aiuta a i bambini di Cochabamba, Bolivia. «Sono partito il 31 dicembre da Monaco - racconta Armin - e sono tornato a fine aprile. Ho percorso circa 6700 km con la mountain bike, partendo da Santiago del Cile, attraversando Argentina, Bolivia, Perù, Paraguay, Brasile e Uruguay. Il dislivello? «Non avevo l'altimetro ma ho attraversato tre volte le Ande quindi ho superato delle belle pendenze, salendo fino fino a 4900 metri. Sempre da solo? Una volta, per un paio di giorni, ho viaggiato con uno svizzero che era in giro da solo. L'ho incrociato in Brasile».

Ricordi indimenticabili?

La cosa più impressionante è il tratto alle alte quote delle Ande, con un paesaggio veramente diverso da quello a cui siamo abituati. Sugli altipiani puoi viaggiare per centinaia di chilometri attorno ai 4000 metri, avendo sempre le cime innevate al tuo fianco. Un paesaggio molto arido, ma affascinante.

E la gente?

Molto ospitale: in certe zone passano pochissimi turisti e quindi quando arriva uno come me con la bicicletta fanno a gara per offrirti ospitalità.

Problemi per mangiare e dormire?

Piccoli disagi, mai problemi. Ho dormito in tenda quasi sempre. Il cibo non è un problema, con la bicicletta puoi essere autosufficiente per una settimana. Il vero problema può essere l'acqua potabile e quindi te ne devi portare sempre in abbondanza.

Imprevisti?

Il clima nel profondo sud: non mi aspettavo che la stagione estiva fosse così avanti da dove affrontare temperature molto basse e pioggia. E così ho dovuto fare un cambio di itinerario, viaggiando più a nord ed evitando la Patagonia del sud.

Bucato spesso?

Meno di dieci volte.

Per quanto riguarda il progetto abbinato al viaggio, cioè gli aiuti a bambini boliviani, curato dall'associazione Oew di Bressanone?

Ho fatto tappa nel villaggio di Cochabamba che l'Oew aiuta da alcuni anni finanziando gli studi dei bambini. Mi sono fermato due giorni e ho incontrato Mitzi, la donna che coordina tutto, con l'aiuto di vari studenti e di un medico. Ma il mio lavoro su questo fronte deve ancora iniziare: stiamo programmando alcune serate di proiezione di immagini del viaggio, in serate in cui parleremo del progetto e raccoglieremo fondi. Io do una mano come testimonial, cercando di sensibilizzare il pubblico.

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