Si lavora tante ore, pochi poveri, famiglie più serene

Bolzano. È importante sottolineare anche come in Alto Adige non solo si registrino i valori più alti in termini di occupazione e partecipazione al mercato del lavoro, ma anche in termini di numero di...



Bolzano. È importante sottolineare anche come in Alto Adige non solo si registrino i valori più alti in termini di occupazione e partecipazione al mercato del lavoro, ma anche in termini di numero di ore lavorate settimanalmente. La percentuale di coloro che lavorano oltre 60 ore in settimana è la più alta in Italia, si tratta infatti del 42,9% contro un valore medio nazionale del 33,6%. Il dato, oltre a rappresentare l’intensità del lavoro, è anche indicativo del potenziale di creazione di nuovi posti di lavoro, se il numero di ore lavorate per questi collaboratori diminuisse.

Soddisfazione

Per misurare l’aspetto economico e sociale del lavoro, la soddisfazione per il proprio lavoro rappresenta un importante indicatore. In Alto Adige il voto medio registrato è di 7,9 contro il 7,4 a livello nazionale. Coerentemente con i dati precedenti, la provincia è il territorio in cui i lavoratori percepiscono la minima insicurezza legata al proprio lavoro, misurata dagli occupati che nei successivi sei mesi ritengono sia probabile perdere il lavoro attuale e sia poco o per nulla probabile trovarne un altro simile. Si tratta del 3,1% contro il 6,6% a livello medio nazionale ed è il valore più basso in assoluto rispetto alle altre regioni italiane. Il dato relativo alla quota di dipendenti part-time involontari è altrettanto informativo sia della stabilità, sia della soddisfazione per il lavoro. Anche in questo ambito i lavoratori altoatesini sono quelli che, meno di tutti in Italia, lavorano contro voglia meno di quanto vorrebbero (4,5% del totale occupati, 2,5% tra i maschi, 7,0% tra le femmine) contro l’11,4% a livello nazionale.

Soldi

Con 24.968 euro l’Alto Adige è la regione italiana con il reddito medio disponibile (pro capite) delle famiglie consumatrici più alto, superiore di oltre 6.000 euro rispetto al valore nazionale (18.505 euro). Il valore più basso è registrato in Calabria (12.656 euro). Al di là dell’ammontare del reddito, è fondamentale capire in che termini sia distribuito tra i cittadini ed evidenziare eventuali situazioni di disequilibrio. L’indice di diseguaglianza del reddito disponibile evidenzia come la provincia sia la regione d’Italia con il valore più basso (3,7), unitamente al Friuli-Venezia Giulia (4,0) e all’Umbria (4,1). A livello nazionale il valore è 5,9 mentre il valore più alto registrato è in Campania (7,3) caratterizzata da un reddito medio pro famiglia tra i più bassi in assoluto. Coerentemente con quanto sopra, la percentuale di persone a rischio povertà, in provincia di Bolzano, è il 6,0%, valore minimo nel contesto nazionale (20,3%) e nettamente distante dal valore massimo registrato in Sicilia (41,3%).

Famiglia

La soddisfazione dei cittadini per le relazioni familiari, in Alto Adige, è la seconda più alta tra tutte le regioni italiane. Riguarda quasi la metà degli altoatesini (45,7%) mentre a livello nazionale i soddisfatti sono un terzo (33,0%). Oltre alla famiglia anche la rete amicale gioca un ruolo importante nel determinare il benessere dei cittadini. Pure sotto questo aspetto gli altoatesini sono i più soddisfatti d’Italia (37,6% contro il 23,1%). Il dato non è solo importante e informativo per quanto riguarda il benessere individuale.













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