Si sgretola e frana un’intera montagna

Si sono staccati quasi 700 mila metri cubi di roccia: il crollo era previsto. La causa? Lo scioglimento del permafrost


di Ezio Danieli


BRAIES. Una frana gigantesca è precipitata dalla Piccola Croda Rossa nella valle di Braies. Oltre mezzo milione di detriti è finito a valle ieri mattina, verso le 6, senza causare per fortuna danni alle persone e alle case.

Il servizio geologico della Provincia, che aveva registrato indizi di un possibile smottamento e seguiva da martedì la situazione, aveva disposto la chiusura del sentiero 3 attraverso il quale sono molti gli escursionisti che raggiungono appunto la Piccola Croda Rossa.

In conseguenza della frana è stato necessario ieri mattina chiudere anche la strada che da Prato Piazza porta verso malga Cavallo. In zona vanno ora rimossi i resti del movimento franoso che ha causato un'ingente e fastidiosa presenza di polvere in tutta la zona, un particolare che alimenta la paura diffusa tra la gente e gli escursionisti.

La frana è precipitata la scorsa notte. Non erano ancora le 6 di ieri quando a un'altezza di circa 2.800 metri (la Piccola Croda Rossa è alta 2.850 metri) si è aperta una fessura nella roccia lunga circa 200 metri e alta una trentina di metri. In tutto è crollato un quantitativo di materiale che il geologo Claudio Carraro ha calcolato in dai 500 mila ai 700 mila metri cubi. Certo è la frana più imponente fra quelle cadute negli ultimi anni in Alto Adige, Per fortuna stavamo monitorando da martedì il costone. La frana era prevista". Ed ha portato a valle, in un polverone inaudito, materiale di ogni genere: da massi a terriccio.

Il sentiero numero 3 ("che era già stato chiuso per motivi di sicurezza", conferma Carraro) è stato sommerso da questo materiale ed è intransitabile. "I massi, il terriccio e la polvere hanno invaso anche la strada forestale che da Prato Piazza porta a Malga Cavallo. La frana è ancora in movimento per cui la strada è stata chiusa", aggiunge Carraro.

Nessuno è rimasto ferito, per fortuna e non si lamentano danni. Anche le conseguenze per il settore turistico - erano molti gli escursionisti che erano soliti percorrere ogni giorno il sentiero 3 - sono considerate contenute dall'Associazione turistica di Braies che ha subito fornito le foto di come era la Piccola Croda Rossa prima della frana e di come è ora con una grande "ferita" causata dal gigantesco crollo di ieri notte. Crollo che, secondo il geologo Carraro, è dovuto “allo scioglimento del permafrost, che non era più in grado di tenere compatto il terreno. Il ghiaccio s'è sciolto ed ha causato la frana. Non c'entrano le piogge insistenti dell'ultimo periodo”. Il permafrost è quella parte di terreno che rimane congelato per almeno 2 anni. Sulla superficie del permafrost c'è uno strato chiamato "strato attivo" che si scioglie e ricongela al ritmo delle stagioni. Secondo le previsioni degli esperti, questo strato attivo diventerà più spesso, il che vuol dire che più materiale organico sarà esposto e scongelato a causa del cambiamento climatico. Il pericolo non riguarda solo un cambiamento degli ecosistemi, quindi scarsità di acqua stagnante, spostamento delle aree forestali e della loro fauna a causa del differente clima, ma anche la decomposizione della materia organica.

Il vicesindaco del Comune di Braies rassicura: «Siamo in costante contatto con i geologi della Provincia. Non c’è alcun pericolo per le persone, proprio perché l’evento era previsto. Credo che la maggior parte del materiale roccioso che doveva franare sia ormai caduto», così Erwin Steiner.













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