la storia

Si spegne venerdì l’albero di Natale che da 30 anni illumina ponte Talvera

BOLZANO. Si accende intorno all’8 dicembre e si spegne un paio di giorni dopo l’Epifania: quell’albero per molti bolzanini scandisce l’Avvento e il periodo natalizio fino all’arrivo della Befana. In...



BOLZANO. Si accende intorno all’8 dicembre e si spegne un paio di giorni dopo l’Epifania: quell’albero per molti bolzanini scandisce l’Avvento e il periodo natalizio fino all’arrivo della Befana. In casa Cisotto è un rito che si ripete da oltre trent’anni: una tradizione privata alla quale, col tempo, anche i bolzanini si sono affezionati. Quando è buio e da ponte Talvera si va verso corso Libertà o via Diaz l’occhio è attratto dall’albero illuminato che si vede attraverso la grande finestra dell’appartamento del secondo piano. Crea una piacevole atmosfera e fa sentire meno soli anche quando, di notte, in giro non si vede anima viva.

Alessandra Cisotto, fino ad un paio di anni fa titolare della boutique “Alessandra”, abita da una vita nella palazzina in stile razionalista al civico 48 di piazza Vittoria: dal terrazzino la vista spazia dal monumento a ponte Talvera, più in là la Torre del Museo civico e il Catinaccio. «Da bambina - racconta con orgoglio - abitavo nell’appartamento accanto con i miei genitori: loro erano veneti e si faceva il presepe. Poi mi sono sposata, sono arrivati i figli e mi sono trasferita in questo appartamento che è molto più grande. Ho cominciato a fare albero nel 1981. L’ho sempre fatto intorno all’8 dicembre per tenerlo il più a lungo possibile, visto che a me fa tanta compagnia».

La signora ha raccolto in due grossi album di foto tutti gli alberi di Natale che ha allestito in questi anni: sempre nella stessa posizione, nel grande soggiorno davanti al finestrone che guarda verso la città vecchia.

«La scelta non è stata casuale: volevo vederlo quando la sera chiudevo il negozio e tornavo verso casa».

Per essere sicura che venisse acceso telefonava a casa all’amica Iole Bertolini: «Verso le 17 - racconta la signora che abita al quarto piano - mi arrivava la chiamata per ricordarmi di scendere e accendere le luci».

Sfogliando l’album dei ricordi si vede come l’allestimento sia cambiato nel corso degli anni: c’è stato il periodo in cui era il rosso il colore dominante, poi gli addobbi tradizionali sono stati sostituiti da quelli più tipicamente tirolesi. Alla fine però, dal 1989, ha prevalso il più raffinato color argento.

«Non gli ho mai contati - racconta la padrona di casa - ma ci saranno una novantina di pezzi: ogni anno non resisto alla tentazione di comprarne di nuovi. Le ultime palle le ho acquistate a Bologna, mentre le bamboline vengono dalla Russia. Quanto ci impiego ad allestirlo? Non meno di sette-otto ore».

In autunno Alessandra Cisotto si è fratturata un polso ed ha rischiato di non fare l’albero. «Ma per me non sarebbe Natale senza. Così mi ha dato una mano mio nipote Marco. Una volta sistemate le varie decorazioni, comincia il lavoro più complesso, ovvero il posizionamento delle luci, che richiede grande attenzione».

Domani arriva la Befana ed è ormai tempo si smontare l’albero e riporre nelle scatole le decorazioni, ma la signora Cisotto prolungherà ancora di qualche giorno le feste.

«Mi fa tanta compagnia e per questo mi piace tenerlo acceso ancora qualche giorno. Venerdì, massimo sabato però dovrò rassegnarmi».©RIPRODUZIONE RISERVATA













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