Sicurezza e autonomia nervi tesi Svp-Governo 

Schullian sonda Conte sulla modifica dello Statuto: «Solo tecnicismi» Decreto, no a Kompatscher sulla ripartizione più equa dei richiedenti asilo


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Quella di ieri non è stata una giornata da incorniciare nei rapporti tra governo e Svp. Al mattino secco «no» al Senato del Gruppo per le autonomie sul decreto Sicurezza, con la capogruppo Julia Unterberger durissima sul contenuto e sull’assenza della clausola di salvaguardia per le autonomie speciali e Dieter Steger più possibilista sui provvedimenti ma gelido sul metodo. «Hanno imposto il voto di fiducia, non hanno voluto accettare alcuna modifica. Di fronte al “prendere o lasciare” era scontato lasciare», così Steger.

Il pomeriggio la Svp fa il bis alla Camera sul tema per eccellenza, lo Statuto di autonomia. Archiviata la Convenzione del consiglio provinciale, la Stella alpina riparte dal Parlamento con i disegni di legge di modifica dello Statuto. Il premier Giuseppe Conte interviene in aula con poche, generiche parole. Manfred Schullian, presidente del Gruppo misto, si arrabbia: «Se avessi voluto una lezione di diritto sarei tornato all’università». Poi firma una nota acida. Questo al momento è il clima con Lega e Movimento 5 Stelle. Se il M5S è già fuori dai giochi per la giunta, la Lega è in prima posizione nelle trattative. Ma sul decreto sicurezza, bandiera della Lega, Julia Unterberger sottolinea una distanza vera. Lunedì la Svp deciderà con quali partiti svolgerà il secondo giro di consultazioni sulla giunta.

LO STATUTO DI AUTONOMIA. I risultati della Convenzione per l’autonomia (spaccata al proprio interno) restano in archivio a Bolzano. La Svp riparte dalla classica procedura parlamentare di revisione dello Statuto. Schullian nel Question Time alla Camera ha ricordato che le Province autonome di Bolzano e Trento chiedono da tempo la competenza primaria in materia di ambiente ed ecosistema. Schullian ha ricordato le molte Regioni ordinarie, a partire da Veneto e Lombardia, impegnate nell’iter per l’attribuzione di maggiore autonomia. «È il momento giusto per riprendere la discussione anche con noi», sottolinea il deputato della Svp, che ha chiesto al presidente del Consiglio Conte «se il governo non ritenga opportuno avviare ogni iniziativa di competenza, ivi compreso un confronto anche con le Province autonome». In Parlamento è stato depositato sia il disegno di legge sulla competenza all’ambiente, che il progetto complessivo di «autonomia integrale». Schullian precisa: «Oggi volevamo verificare la disponibilità del governo a iniziare la discussione sullo Statuto». Questa è stata la risposta di Conte: «Il governo segue e seguirà l'iter con vigile attenzione. Le Camere, nell'ambito della propria autonomia di valutazione e decisione, esamineranno i due disegni di legge di natura costituzionale». Poi il premier ha ricordato basi giuridiche ed eventuale iter. Schullian non è stato per nulla soddisfatto della risposta in aula, tanto che più tardi ha avuto un colloquio con Conte. «Il premier mi ha assicurato che seguirà la questione». Questo primo approccio sul tema è però finito male. «Evidentemente non hanno le idee chiare», spiega il deputato, che scrive «su confronto con Province autonome Conte evita di rispondere. Il problema che io ho posto è quale sia l'idea anche politica del governo in ordine a quello che io chiamo “ripristino dell'autonomia speciale”. Autonomia che è stata svuotata da parte della Corte costituzionale con interventi abbastanza sorprendenti. Il Presidente del Consiglio nella sua risposta si è limitato a citare quanto previsto dalla Costituzione in merito al meccanismo decisionale ma questo a noi è ben noto».

IL DECRETO SICUREZZA. Tutto il Gruppo per le autonomie ha votato «no» al Senato sul decreto Sicurezza, che ora passa alla Camera. Julia Unterberger lo ha annunciato in aula, pronosticando: «Da questo provvedimento non nascerà nulla di buono, se non alimentare le paure e le tensioni sociali. Al di là di questo provvedimento, dopo le ultime iniziative di questo governo, il Gruppo per le Autonomie non può che esprimere voto contrario alla fiducia». La Svp contesta anche l’atteggiamento nei confronti delle autonomie speciali e delle regioni del nord all’interno del decreto: «Il governo ha bocciato l’emendamento sulla proposta del nostro presidente Kompatscher e della Conferenza Stato-Regioni, per una distribuzione equa sul territorio nazionale anche dei migranti che arrivano dal Nord. In questo modo i territori come il nostro saranno costretti a gestire numeri superiori alle nostre stesse capacità. Ed è stato respinto l’emendamento sulla clausola di salvaguardia per le autonomie speciali. Il governo, che a parole si dimostra a favore delle autonomie, al primo vero banco di prova riduce invece le nostre prerogative e competenze». Così poi Julia Unterberger sui contenuti del decreto: «Promette più sicurezza ma l’effetto sarà opposto. Gli articoli più importanti rimarranno lettera morta, perché l’Italia non ha accordi bilaterali per il rimpatrio dei migranti con i Paesi di provenienza. Per questo le espulsioni non si potranno realizzare. I migranti finiranno per vagare per le strade nella piena illegalità, diventando preda delle organizzazioni criminali e delle loro attività illecite. In campagna elettorale Salvini aveva promesso l’espulsione di 600mila persone. Quante ne sono state rimpatriate finora? Non c’è nessuna emergenza, gli arrivi sono diminuiti in un anno dell’83%. Ridurre i fondi ai centri che si occupano dell’integrazione accentuerà le problematiche connesse all’immigrazione, che diventerà una vera e propria bomba sociale». Steger si discosta in parte: «Nel testo ci sono anche misure positive, ma il metodo non va».

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