Simona: donati gli organi, ma la morta della 17enne sciatrice resta un mistero

C’è ancora grande incertezza sulle cause della morte di Simona Senoner, la diciassettenne promessa della squadra azzurra di salto morta venerdì a Schonach a seguito di un malore. Autorizzato l'espianto


Massimiliano Bona


SCHONACH. C’è ancora grande incertezza sulle cause della morte di Simona Senoner, la diciassettenne promessa della squadra azzurra di salto morta venerdì a Schonach a seguito di un malore. Ieri è stata eseguita l’autopsia, ma la Procura di Costanza non comunicherà i risultati prima di domani.
Oswald e Brigitte Senoner, i genitori della giovane saltatrice gardenese, sono rientrati nel tardo pomeriggio di ieri dalla lunga trasferta in Germania, alla clinica univeristaria di Friburgo, dove Simona è stata un giorno e mezzo in coma, in bilico tra la vita e la morte. Prima di rimettersi in viaggio per tornare nella casa di via Insom, a Santa Cristina, hanno trovato la forza e il coraggio di autorizzare l’espianto degli organi, come ha confermato ieri la presidente dello Sci Club Gardena, che da quattro anni era anche l’insegnante di educazione fisica di Simona all’Istituto tecnico commerciale ad indirizzo sportivo di Ortisei.
Purtroppo sulle cause della morte della 17enne gardenese, trovata incosciente in bagno giovedì mattina dal responsabile tecnico azzurro Fabian Ebenhoch e dalla giovane compagna di squadra Veronica Gianmoena, non è stata fatta ancora chiarezza. Ieri è stata eseguita l’autopsia alla clinica universitaria di Friburgo, dove la ragazza è stata trasportata in elicottero pochi minuti dopo la caduta, ma sull’esito della stessa c’è ancora grande riserbo. Come si legge in una breve nota dell’agenzia di stampa tedesca Dpa la Procura di Costanza non comunicherà prima di lunedì i risultati dell’esame autoptico e anche per questo non è ancora stato possibile fissare la data del funerale.
La discrezione e la prudenza degli inquirenti si spiegano sia con la giovane età della ragazza - che era ancora minorenne e avrebbe compiuto 18 anni il 13 giugno - che con la necessità di approfondire le cause di questa “morte improvvisa“, un evento piuttosto raro, ma non impossibile nonostante i rigidi controlli medici a cui ogni anno vengono sottoposti gli atleti che orbitano nel giro azzurro, che si allenano quotidianamente e devono sopportare carichi di lavoro pesanti. «Simona - assicura la sua insegnante di educazione fisica Lidia Bernardi - era sana come un pesce e aveva un fisico ideale per praticare sport a questi livelli. Dava il meglio di sè proprio alla distanza e non si tirava mai indietro se c’era da fare un ultimo sforzo».
L’unico dato certo, finora, è che il giorno prima della tragedia Simona aveva qualche linea di febbre e anche per questo era stata messa in stanza con una compagna di squadra lievemente influenzata. Tra le tante ipotesi (per ora non suffragate da riscontri oggettivi) ventilate ieri dagli esperti di medicina sportiva c’è quella di una miocardite, infezione al cuore associata appunto ad un innalzamento della temperatura corporea. Ma nella casistica delle morti improvvise ci sono anche decessi per anomalie di origine coronarica e cardiomiopatie. Queste ultime, spiegano i medici, possono anche sfuggire ai test di idoneità fisica a cui si devono sottoporre ogni anno tutti gli agonisti.
Ieri sera la presidente dello Sci Club Gardena ha sentito la mamma di Simona, Brigitte, che ha spiegato di essere rimasta commossa dalle decine di attestazioni di stima e dai ricordi delle amiche, sia di persona che su Facebook. «A quanto pare - spiega Lidia Bernardi - sebbene la famiglia abbia dato l’autorizzazione all’espianto degli organi probabilmente non sarà possibile utilizzarli. E fino a martedì non si potrà nemmeno fissare la data del funerale».

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