Sinfonia, progetto da 30 milioni per fare rinascere 400 alloggi 

La città che cambia. Lavori quasi conclusi per una serie di immobili nei rioni Don Bosco e Oltrisarco-Aslago Fabbisogno di energia ridotto dal 40 al 50%. Un aumento, invece, del 30% dell'energia prodotta da fonti rinnovabili



Bolzano. Se Greta lo sapesse (ma forse presto lo saprà) verrebbe di corsa a Bolzano per guardare dal vivo il futuro che sta provando a costruire. Case sostenibili, energia usata con parsimonia, temuta termica, ecco cosa è accaduto. Centinaia di alloggi che non sono più gli stessi. Già adesso. Alla fine, cioè tra pochi mesi, saranno più di 400. Ma la questione, che offre il senso di una rivoluzione avvenuta perlopiu sotto traccia, è che si tratta di un rinnovamento in profondità, non solo estetico. Di quelli che reggeranno nel tempo. Per dire: fabbisogno di energia ridotto dal 40 al 50%, un aumento, invece, del 30% dell'energia prodotta da fonti rinnovabili, ventilazione meccanica controllata, involucro esterno rifatto per reggere l'impatto con le escursioni termiche. Ecco cosa ha combinato "Sinfonia". Coordinato dai ricercatori Eurac, il progetto era partito in sordina, qualche ironia sul nome, cinismo politico diffuso. Poi gli investimenti: 30 milioni, con grande supporto di Comune, Ipes, Tis, CasaClima e una buona parte dall'Unione europea. Ma la questione più interessante è che questa rivoluzione dolce e anche carica di nuova estetica costruttiva, è piovuta proprio nel mezzo dei quartieri. Tra Don Bosco e Oltrisarco -Aslago. E i risultati si vedono. In via Palermo i condomini a ridosso del l'incrocio con via Milano sembrano nati ieri. Colori contemporanei, balconate simmetriche e integrate. Ma non solo lì. In via Similaun 59 alloggi sono pronti a reggere l'inverno col loro straordinario risparmio energetico. Altri 106 tra via Cagliari e via Brescia, 72 appartamenti in via Passeggiata dei Castani. E in tutti, nuovi involucri, sostituzione degli infissi, rimozione della rete metano, sistemi solari termici, fotovoltaico, nuove linee energie e acqua. "Il progetto - spiega Wolfram Sparber del settore energia di Eurac - è un esempio di come la ricerca possa avere un forte impatto sulla realtà. Quando è applicata si traduce in misure concrete che trasformano le città, guardando si ai consumi energetici e alle fonti rinnovabili, ma anche all'impatto di tipo architettonico". Il bello e il giusto, potrebbe dire Greta, può diventare anche il buono. E il sano. In termini di minore impatto sul pianeta. Perché una delle ricadute di Sinfonia è nel fatto che Bolzano potra appoggiarsi a questo progetto per avanzare su una nuova idea di capoluogo Smart. Ed è significativo che questo passaggio che conduce nel pieno della contemporaneità costruttiva, sia partito dall'edilizia sociale. E che si sia fatto carico di migliorare l'impatto dei quartieri popolari. I quali, non solo qui, sono spesso schiacciati dall'esigenza di conciliare estetica e basso costo col risultato di creare un mediocre paesaggio urbano. Il tema, invece, dopo tutti questi mesi in cui Sinfonia ha preso possesso dei suoi lotti, è quello della modernizzazione degli impianti non più a scapito dell'estetica degli esterni. Un altro elemento di forte novità è che le specifiche di cornice del progetto prevedevano di poterlo replicare. Traduzione: gli schemi costruttivi, come si vedono in via Palermo o altrove nei rioni, possono essere riproposti come un "codice" in altre situazioni di risanamento energetico. Come accadeva agli antichi con i loro "cubiti" e parametri costruttivi replicabili all'infinito. Poi l'impatto umano e sociale sostenibile: vuol dire che, ad esempio, per tutta la durata degli interventi, gli abitanti degli appartamenti non sono stati costretti a lasciare le loro case. Tutto è avvenuto mentre ognuno di loro ha potuto continuare la sua vita quotidiana senza sobbalzi o trasferimenti forzati. Nel mentre, l'azienda energetica ha proseguito la sua messa in opera del teleriscaldamento, ha studiato il possibile utilizzo del calore residuo e altri interventi. Quello che è accaduto in via Cagliari o in via Brescia, insomma, è stato pure una palestra di riqualificazioni possibili e l'occasione di sperimentare operazioni complesse e diffuse di cui poi, a ricaduta, potranno beneficiare tutti gli altri quartieri. Sessanta mesi, dunque spalmati in tre anni, la durata degli interventi. Con una accelerazione negli ultimi, tanto da poter vedere in almeno quattro vie, i risultati finali. Alla fine sono stati 36.500 i metri quadrati di edilizia agevolata riqualificati e reinventati ex novo.

Come se Bolzano si fosse messa a costruire un inedito quartiere popolare. Col 40% del fabbisogno energetico coperto da energie rinnovabili, il 5% di riduzione delle perdite di energia sulla rete di distribuzione del teleriscaldamento. E sulla base di un lavoro di gruppo, cioè tra enti che hanno saputo coordinarsi trovando la possibilità di elaborare sinergie e esperienze collettive, che potrà costituire la base di futuri interventi anche più complessi. In conclusione: al di là di Greta e della nostra nuova sensibilità ecologica, quello che pare emergere a conclusione del progetto e guardando ai suoi risultati, è che la qualità di vita delle persone sembra poter crescere. P.C.















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