Le regole

Smart working, l’emergenza è finita ma la Provincia vuole mantenerlo 

Dal 1° aprile non sarà più un diritto ma se compatibile con la mansione svolta potrà essere concesso dai diretti superiori. Il direttore generale Steiner: «Il lavoro agile ha dimostrato di funzionare, a regime stimiamo che riguarderà circa il 20% del totale delle ore lavorate»



BOLZANO. Smart working, nel settore pubblico alla fine del mese di marzo terminerà la fase emergenziale legata alla pandemia, ma il lavoro agile, che indubitabilmente ha dato i suoi frutti sotto molti punti di vista, non verrà abbandonato bensì entrerà a regime. Quanto meno in Alto Adige.

Lo stabilisce una circolare diramata nei giorni scorsi dal direttore generale della Provincia Alexander Steiner. Non costituirà in ogni caso un diritto, il sistema tranne che in rari casi sarà misto fra distanza e presenza (in linea di massima prevalente), occorrerà stipulare un accordo individuale, ma se il tal dipendente riterrà di volerlo richiedere e il dirigente lo riterrà opportuno, il lavoro agile verrà concesso, magari solo al pomeriggio, magari solo uno o due giorni a settimana.

La stima è che, a regime, si rimarrà all’incirca sul volume di ore lavorative prestate da casa conteggiato negli ultimi mesi, ossia attorno al 20% del totale. Insomma, se si volesse fare una media, circa un giorno alla settimana a casa per ciascun dipendente provinciale.

Come chiarisce lo stesso direttore generale Steiner, l’esperienza dello smart working è stata per molti aspetti positiva. «La pandemia da Covid-19 - spiega - ha accelerato un complessivo processo di cambiamento che l’amministrazione provinciale aveva già intrapreso. Lo smart working è un tassello di un percorso di cambiamento che, con la digitalizzazione massiva dei processi, mira a portare l’amministrazione pubblica ad essere sia un luogo di lavoro sempre più attraente, sia a renderla sempre più vicina e accessibile al cittadino, oltreché sempre più efficiente». Ciò, prosegue, «senza dimenticare anche l’importante contributo che lo smart working può dare anche al tema della sostenibilità e della riduzione dell’inquinamento».

La sperimentazione dell’utilizzo di questa nuova modalità di lavoro, che si è fatta in questi due anni di pandemia, «ne ha mostrato le potenzialità ed è con questo spirito che si passa ora ad una nuova fase del suo utilizzo».

In primo luogo, tiene però a sottolineare il direttore generale, dovranno essere garantiti i servizi al cittadino. La Provincia, come già fatto durante le fasi più complesse della pandemia, ha deciso di assumere una linea tutta sua, tutt’altro che rigida. «Lo si è potuto fare perché sulla gestione del proprio personale la Provincia ha competenza primaria», chiarisce Steiner.

Era accaduto anche quando, l’autunno scorso, a livello nazionale aveva prevalso la linea Brunetta (al massimo il 15% dei dipendenti della Pa in lavoro agile): la Provincia aveva deciso di percorrere una strada differente, che potremmo definire della responsabilità dei singoli, sia dirigenti che sottoposti. Lo stesso si farà in futuro, dopo il 31 marzo, quando lo smart working automatico introdotto per via dell’emergenza decadrà. Non verranno stabilite quote minime o massime di personale che potrà usufruirne, per ripartizioni o tipologie di mansione, e lo smart working non sarà un diritto.

Ovviamente, nella sua complessità funzionale, il personale provinciale è estremamente variegato. Un operaio del servizio strade, per ovvi motivi, non potrà aspirare al lavoro agile, tanti altri invece sì.

«Durante la pandemia - ricorda Steiner - abbiamo avuto picchi di oltre il 30% delle ore lavorate da casa. Negli ultimi mesi, ci siamo attestati attorno al 20%, a volte il 18, a volte il 22». Una percentuale che si presume possa essere mantenuta anche in futuro.

Pur essendo la determinazione della misura della fruizione in capo ai dirigenti, Steiner nella circolare ha invitato a considerare i casi di concessione di smart working al 100% dell’orario di lavoro come eccezionali e da ben motivare (a titolo di esempio: motivi di salute, personali o familiari). DA.PA.













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