Sms anti-bulli, è polemica

Il Forum prevenzione critica l’iniziativa della questura: «No alla repressione»


di Davide Pasquali


BOLZANO. Per fronteggiare bullismo e spaccio di droga nelle scuole la Polizia di Stato ha introdotto un innovativo metodo per segnalare tali episodi tramite sms. Il servizio è attivo da ieri. L’sms spedito dai ragazzi dovrà indicare, per esteso, la provincia (Bolzano o Bozen) prima del testo. Obiettivo dell’iniziativa è prevenire e contrastare lo spaccio di droga e i fenomeni di bullismo che possano vedere coinvolti come autori o vittime degli studenti. Il servizio è gratuito; il numero cui mandare l’sms è il 43002.

Il Forum Prevenzione però è scettico circa l’efficacia dell’iniziativa degli sms. «In ambito scolastico sono preferibili degli interventi pedagogici piuttosto che singole azioni repressive».

Il Forum valuta «la nuova iniziativa degli sms con scetticismo e sostiene invece le affermazioni dell’assessore provinciale Philipp Achammer: “Il bullismo deve essere fermato principalmente con interventi pedagogici”».

In casi di bullismo «è importante che gli alunni prima di tutto possano rivolgersi ai loro genitori e a insegnanti e/o amici di fiducia». Nella maggior parte dei casi «è consigliabile che siano i genitori a rivolgersi direttamente alla scuola: agli insegnanti o alla direzione scolastica».

Far conoscere i casi di bullismo alla scuola «significa dare la possibilità agli insegnanti di prendere subito in mano la situazione». Esiste una vasta gamma di possibilità di intervento che possono essere efficaci nei modi e nelle misure da attivare nelle specifiche situazioni.

«Nei casi di bullismo si deve intervenire con cautela e nell’ottica di protezione delle vittime, altrimenti la situazione per gli alunni potrebbe aggravarsi».

Inoltre, prosegue il Forum Prevenzione, in Alto Adige ci sono centri di consulenza che possono essere contattati in caso di atti di bullismo. «Il bullismo non si instaura dall’oggi al domani, per questo serve un determinato lasso di tempo per contrastarlo ed eliminare i conflitti che possono causarlo».

Anche per il discorso della droga a scuola, «la prima cosa da fare è di informarne la direzione scolastica». Anche su questo argomento in Alto Adige sono stati sviluppati dei programmi. «Per gli alunni che si attivano, nel caso di sospetti, anche solo per chiamare le forze dell’ordine, questa presa di posizione può rivelarsi per loro pericolosa se la potenziale persona segnalata rimane a piede libero». In tutti e due i casi «devono essere sviluppati interventi pedagogici a livello scolastico e di classe che devono essere pensati e portati avanti per un lungo tempo».

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