Soffrono anche i funghi, la stagione ancora non parte

Bolzano. Per gli amanti dei funghi questa si prospetta, per ora, come una stagione magrissima. Anche nelle zone solitamente più prolifiche della provincia la terra è arida e non permette a questi...



Bolzano. Per gli amanti dei funghi questa si prospetta, per ora, come una stagione magrissima. Anche nelle zone solitamente più prolifiche della provincia la terra è arida e non permette a questi organismi vegetali di riemergere dal terreno. «Non vengono fuori» dice Sandro Saltuari, membro dell’Associazione Micologica Bresadola fondata a Trento nel 1957. La causa principale di questa massiccia diminuzione nella produzione micologica è dovuta ai cambiamenti climatici. Le temperature di maggio sono state ben al di sotto della media stagionale, mentre da giugno il caldo tropicale ha reso il suolo secco e non coltivabile. «L’afa priva il terreno dell’umidità, le rare piogge torrenziali colpiscono violentemente il poco che resiste e le raffiche di vento sono il male maggiore».

Chi conosce i funghi sa che sono specie vegetali molto delicate la cui radice sorge ben al di sotto del livello terrestre visibile. A quella profondità il terreno è umido e ricco di sostanze che permettono alla pianta di svilupparsi fino a consegnare alla superficie il cosiddetto frutto. Quest’anno la siccità ha superato qualsiasi livello degli anni precedenti, finendo per procurare l’inaridimento quasi totale del suolo. «Non è esploso assolutamente niente, ma noi continuiamo a monitorare le zone del territorio». L’Associazione Bresadola è formata da volontari, appassionati e grandi esperti del settore che operano per tutto l’anno alla ricerca di nuovi interessanti aspetti del mondo dei miceti. L’organizzazione offre incontri settimanali, corsi di formazione ed escursioni guidate, e tra i membri storici i ruoli sono suddivisi. Tra i molti collaboratori c’è Sandro Saltuari, socio dell’associazione da una decina di anni, che ha il compito di monitorare la radioattività dei funghi nelle zone di Tires, sotto al Catinaccio. Tuttavia trovarne in questo periodo appare come una vera missione. Anche nei dintorni di Monticolo e al Renon la situazione non migliora. Per non parlare del lago di Carezza che ha subito la distruzione di parte dei suoi boschi dopo la tempesta di vento dello scorso ottobre. Nonostante le condizioni momentanee, Saltuari dice: «Confidiamo nelle piogge previste per i prossimi giorni».

Dopotutto, neanche la stagione estiva del 2018 si era conclusa con numeri eccezionali. «Fino al 15 agosto di funghi non si vedeva neanche l’ombra. Poi, dal 20, la stagione è esplosa». Saltuari conosce bene le aree di massima concentrazione che ormai da un paio di anni risentono della diminuzione sostanziale di funghi. «Un tempo, in questo periodo se ne trovavano almeno 200 diverse tipologie, adesso se ne trovano al massimo 30». Anche Francesco Bellù, direttore scientifico dell’associazione, si esprime negativamente sulla stagione a venire. I pochi che si riescono a trovare sono per massimi specialisti e non per principianti. «Non sono commestibili» avverte. Questa è un’informazione importante per chi senza una grande esperienza alle spalle decide di avventurarsi nei boschi altoatesini in cerca di funghi. Ricordiamo, inoltre, che per la raccolta è necessario presentare un permesso che viene rilasciato dal comune, il quale stabilisce le zone di libera raccolta e la quantità da poter accumulare. Una volta ottenuto il lasciapassare non resta che trovare qualche miceto. Successivamente è bene rivolgersi ai servizi di igiene e sanità pubblica dell’Asl e richiedere una consulenza gratuita.













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