Soldi a Bolzano, il Comune chiede un impegno scritto 

Il sindaco: «Viabilità, voglio i fondi promessi nero su bianco prima delle elezioni» Bruciano i 450 milioni destinati in 5 anni dalla Provincia solo alla periferia



BOLZANO. «Non voglio più fare solo la bella statuina...». Nella dialettica metaforicamente colorita del sindaco, questo è il senso della frase: o prima delle elezioni la Provincia firma l'accordo quadro col Comune sui finanziamenti e l'avvio dei lavori sulle opere infrastrutturali bolzanine, oppure... Oppure? «Non ci voglio pensare all'oppure. Certo, potrei non prenderla bene». Per cui la notizia che tutti i bolzanini attendevano, soprattutto quelli chiusi mattina e sera nei budelli di via Galilei, gallerie per Laives, via Roma, viale Trieste e via circuitando è questa: tra poche settimane palazzo Widmann dovrà sottoscrivere un impegno formale per l'avvio delle grandi opere per riqualificare la viabilità del capoluogo. Questa richiesta Caramaschi la inoltra dopo aver letto i bilanci di fine legislatura della giunta. E una cifra in particolare: oltre 450 milioni spesi in cinque anni per strade, ponti e gallerie . Ovunque, ma non a Bolzano. È l'ennesimo mandato che si chiude senza aver realizzato quello che spetta a Bolzano. «Bene, sono tutte opere necessarie per il territorio. Bene anche - dice ancora il sindaco - che mi abbiamo promesso che questa è l'ultima volta . Che la prossima legislatura metterà a bilancio qualcosa anche per noi. Ma fidarsi è bene, non fidarsi...». Per cui gli uffici del sindaco sono al lavoro per ottenere assicurazioni scritte. Nero su bianco. Dentro un accordo quadro su Bolzano sud: raddoppio di via Einstein, ponte sul fiume per la MeBo, parcheggi in fiera, stazioni in Zona e, da inserire assolutamente , bretella alternativa a via Galilei sull'asse via Grandi- via Siemens con annesso tunnel sotto ponte Roma. Si tratta non di grandi ma di medie opere. Meglio: intermedie. In attesa di quelle vere, la nuova circonvallazione con l'A22 in galleria . Questa accelerazione politicamente significativa di Caramaschi è legata anche a quest'ultimo punto. Perché tutti sono consapevoli che le elezioni del 4 marzo hanno mutato in parte gli scenari anche per l'orizzonte della concessione autostradale, unico pertugio in cui infilarsi per ottenere i 700 milioni che servono per "intubare" l'A22 e ottenere in cambio il suo viadotto per farne una tangenziale interna. Nonostante le rassicurazioni di Delrio, infatti, la concessione è tutta da definire nei tempi e nelle modalità. E non si tratta solo di dettagli a margine. L'altra ragione è che il sindaco è consapevole che i cantieri che d'ora in avanti interesseranno la città e le sue prospettive riqualificative sono nel quadro di accordi con i privati. Di pubblico, c'è poco, troppo poco. Quasi nulla. E proprio il piano traffico messo in atto per affrontare la nuova stagione immobiliare intorno al pru fa comprendere, nella sua complessità, che i margini per la viabilità bolzanina sono all'osso. Servono nuove infrastrutture. Per intanto, si parte. Alla fine di questa settimana il cantiere di via Renon, dove si costruisce la nuova stazione autocorriere, avrà concluso la preparazione del fondo stradale. Perché sarà dentro l'Areale che transiteranno le auto una volta che la via ordinaria sarà chiusa per predisporre nuove rotonde e aiuole spartitraffico. Il grafico predisposto dai tecnici comunali illustra chiaramente la deviazione tra la stazione dei treni e la funivia del Renon. E anche i circuiti dei tram. Come pure sono stati approntati i percorsi una volta che il cantiere aggredirà via Alto Adige, che sarà probabilmente presto chiusa nella sua prima parte.

Giovedì infine sarà issata anche la gru per iniziare a far salire la terza torre nel buco di via Alto Adige. (p.ca.)















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