Solland, operai in tenda per presidiare la fabbrica

Con la protesta si sollecita «il pagamento di quanto ancora ci deve Pugliese» Intanto i sindacati attendono notizie sulle trattative con i possibili partner cinesi


di Ezio Danieli


MERANO. La tenda presidio è tornata davanti all'ingresso della Solland Silicon. Da mercoledì gli operai si danno il turno per controllare che in fabbrica non entri alcun dirigente. È l'unica forma di protesta che hanno attuato, in attesa che il titolare Massimo Pugliese paghi quello che ancora aspettano, compresi i versamenti a favore dei fondi che hanno sospeso i pagamenti già da parecchio tempo.

Pugliese, che dovrebbe essere ritornato dalla Cina, non ha ancora fatto sapere l'esito della trattativa con i possibili partner orientali. Si è limitato a contestare l'azione della tenda-presidio, "che non facilita certo lo sblocco della vertenza e un accordo con i cinesi", ha commentato.

In fabbrica continua anche lo sciopero per bloccare la produzione del Tcs, mentre dalla direzione aziendale proseguono, nei confronti di sindacati e lavoratori, le forme di pressione perché cessi l'azione di protesta. «Ma noi non ci pensiamo affatto- dice Giacomo Buccafusca - è l'unica arma che abbiamo e che pare dia fastidio a Pugliese. Se l'imprenditore irpino pagherà, noi toglieremo immediatamente il presidio. Non ci fidiamo più delle promesse dello stesso Pugliese. Siamo stanchi di questa situazione. Di passi in avanti, a parole, ne sono stati fatti, nei fatti siamo tornati a mesi fa. Tra l'altro dalla Cina continuano a non arrivare notizie e l'incertezza recita un ruolo purtroppo negativo nella storia di questa fabbrica».

Lì vicino, in prossimità della tenda, c'è Carmelo Antoci. Non riceve lo stipendio da cinque mesi. È in cassa integrazione che nessuno ancora paga: «Dovrò rimanere ancora per lungo tempo in queste condizioni, visto che c'è l'estate di mezzo e la situazione non dovrebbe sbloccarsi prima di agosto o settembre. Siamo alle solite e non è un bel vivere».

Si avvicina un altro operaio che fa il turno presso la tenda. È Andrea Pastorelli, che evidenzia come «gli operai tutti hanno perduto la pazienza da un pezzo. Quando sembrava che Pugliese fosse intenzionato a pagare tutto il dovuto, c'è stata l'ennesima frenata. Tra l'altro non giustificata. Adesso siamo qui a protestare per il mancato pagamento di quanto lo stesso Pugliese aveva promesso e messo per iscritto. E per giunta senza alcuna certezza su quale sarà il nostro futuro».

Le organizzazioni sindacali, in attesa di notizie in merito al viaggio in Cina di Pugliese, hanno preso contatti con il ministero dello sviluppo economico e con l'Ufficio provinciale del lavoro per spostare a livello istituzionale, ancora una volta, la questione della Solland Silicon. «Vogliamo stanare Pugliese in modo da sapere da lui quali sono le sue intenzioni - dice Stefano Schwarze della Cgil - in modo da sapere come dovremo comportarci. Il suo perdurante silenzio ci preoccupa e confidiamo in un intervento del ministero o della Provincia per sbloccare lo stallo che, ancora una volta, s'è determinato».

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