La proposta

Sono 79 gli alloggi comunali sfitti, la Lega: «vadano ai separati»

Gli appartamenti vanno risanati e il budget è stato tagliato di 100 mila euro, Filippo Maturi e Patrizia Brillo chiedono che 50 siano assegnati ai padri in difficoltà economiche



BOLZANO. «Il Comune dispone di 100 alloggi non assegnati. Si comporti da buon padre di famiglia, ne assegni la metà ai padri separati stipulando contratti a tempo determinato e usi il resto per tamponare le situazioni più critiche, sempre più frequenti».

Dalla sede della Lega in via Milano, con una conferenza stampa, parte il contrattacco all'amministrazione guidata dal sindaco Renzo Caramaschi, reo - secondo Filippo Maturi, consigliere comunale fino al 2018 ed ex deputato, e la consigliera comunale Patrizia Brillo - di «attaccare l'Ipes, la giunta provinciale, chiunque, pur di non riconoscere le proprie responsabilità». Assenti il capogruppo Roberto Selle, il suo vice Marco Caruso e il consigliere Kurt Pancheri.

Appena lo scorso ottobre l'aula aveva approvato un emendamento di Caruso che prevedeva di riconoscere i genitori separati in difficoltà economiche come categoria socialmente debole nelle graduatorie degli alloggi comunali.

La proposta dei leghisti. Il Comune è proprietario di 672 alloggi, di cui 571 sono già stati assegnati, 11 sono in corso di assegnazione e 10 sono stati ritirati o sgomberati il mese scorso, o sono eredità giacenti, e uno è di dimensioni inadeguate. Ne restano 79, tutti in attesa di ristrutturazione o riqualificazione.

Da consigliere, Maturi aveva presentato mozioni perché si creassero strutture con stanze private e spazi comuni da destinare ai padri separati per un certo periodo di tempo. «Sei mesi, un anno, un anno e mezzo: il tempo di rimettersi in piedi, il nostro non è assistenzialismo à la Movimento 5 Stelle», spiega Maturi.

Nel 2021 Patrizia Brillo ha firmato una mozione simile. «Nel 2022, dall'aula è passata alla commissione. Tutti hanno manifestato grande interesse. Mi è stato detto di rivolgermi all'Ipes, ma con la presidente Francesca Tosolini non ne siamo venute a capo. Così ho chiesto all'Ufficio edilizia abitativa del Comune e lo scorso 2 gennaio sono venuta a conoscenza di questi dati».

Il ruolo del Comune. Dei 101 alloggi, quelli effettivamente disponibili sarebbero 79. Ma vanno risanati, e non giova allo scopo la riduzione del budget dell'Ufficio manutenzione (passato da una media di 800mila euro annui ai circa 700mila del 2023). La competenza è dell'assessorato ai Lavori pubblici, delega del vicesindaco Luis Walcher (Svp). Quella di Stefano Fattor, assessore al Patrimonio, si ferma alla gestione. «Anche l'Ipes, con gli oltre 400 alloggi non assegnati, ha questi problemi», sottolinea Fattor.

L'assessore del Partito democratico mette in luce il ruolo di ammortizzatore sociale dell'amministrazione: «Per l'assegnazione il Comune attinge alla graduatoria Ipes. Gli appartamenti sono destinati a persone in grave difficoltà». Nel 2022 sono stati alienati 14 alloggi, «tutti in condomini dove il Comune aveva solo una o due unità, mentre il resto era di privati», prosegue l'assessore, «Ricordiamo che il Comune non è un soggetto fiscale, quindi a differenza dell'Ipes non può godere delle detrazioni Irpef o Ires. Là dove le assemblee di condominio hanno deliberato di richiedere il superbonus edilizio, l'amministrazione si è ritrovata in difficoltà».

Le alienazioni però si fermano qui. Ancora Fattor: «Il Comune non ha debiti da risanare. Sarebbe agghiacciante pensare di alienare case solo per fare cassa, tra l'altro in un momento di grave difficoltà per le fasce più deboli». S.M.













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