Stadio, Di Fede costretta alla resa

Mancano i numeri. Il Pd cerca almeno di salvare il polo scolastico


Bruno Canali e Massimiliano Bona



LAIVES. Anche Liliana Di Fede si è arresa. Ieri mattina ha incontrato il governatore altoatesino Luis Durnwalder e gli ha comunicato di non avere una maggioranza per far passare il contestato progetto della cittadella dello sport. In serata lunga riunione di maggioranza: il Pd ha cercato di far passare almeno il polo scolastico.
Il più imbarazzato, ieri, era proprio il presidente della Provincia Luis Durnwalder, che per una volta ha scelto di dire il meno possibile. «Sì, ho incontrato il sindaco Di Fede, ma non ho molto da dire. Tocca a lei spiegare la situazione». Del resto il governatore altoatesino era stato chiaro. «Il Comune di Laives ha tempo fino ad ottobre per dimostrare di avere una maggioranza credibile per far passare in consiglio il progetto della cittadella. Altrimenti, quei soldi, finiranno altrove».
E ieri Liliana Di Fede - dopo aver cercato faticosamente per settimane di mettere assieme 16 consiglieri per non dover più fare i conti con i ricatti del Bauernbund - è salita a Palazzo Widmann per rinunciare al progetto. L'unica possibilità, a questo punto, è il cosiddetto «Piano B», senza stadio e centro commerciale, ma con il polo scolastico e il completamento della zona sportiva. La speranza è che, in questo caso, tornino nei ranghi i tre consiglieri che fanno capo ai contadini. Non vi sarebbe più, in sostanza, la necessità di allargare la maggioranza. Resta peraltro da capire che posizione prenderanno i consiglieri Franco Magagna (lista La Civica) e Christof Inama (Svp) che in più occasioni hanno ribadito con fermezza la volontà di abbandonare la coalizione se non si dovesse più realizzare il progetto integrale della cittadella.
Proprio ieri, il vice presidente della giunta provinciale Christian Tommasini, ha confermato che l'idea di cittadella, come era stata pensata inizialmente, (quando il sindaco era Polonioli), è definitivamente tramontata. «Il Piano B - ha aggiunto Tommasini - è un compromesso accettabile e comunque sempre meglio che un Piano zero». Si tratta di rilanciare il centro sportivo e il polo scolastico, con la nuova sede del liceo Toniolo. «Purtroppo - ha concluso Tommasini - abbiamo pagato la divisione all'interno della Volkspartei».
Per Liliana Di Fede comunque i problemi all'interno della maggioranza sono tutt'altro che finiti come emerso dal lungo vertice che si è tenuto nella serata di ieri: Inama e Magagna non sono affatto propensi ad accettare un compromesso al ribasso, che, a loro giudizio, «svuoterebbe di ogni significato il progetto della cittadella, dandola vinta ai contadini del Bauernbund». Ma, paradossalmente, il tramonto della cittadella potrebbe contribuire anche a ricompattare la maggioranza.
La vera svolta, in realtà, c'è stata qualche giorno fa con il «no» della segreteria provinciale del Partito Democratico - ed in particolare di Antonio Frena - ad un coinvolgimento della Lega Nord pur di riuscire ad approvare proprio in extremis il progetto della cittadella, con l'annesso centro commerciale. Di fronte al «veto» del suo stesso partito, Liliana Di Fede si è trovata davanti ad un bivio: portare il confronto alle estreme conseguenze o accettare un compromesso, seppure al ribasso. Alla fine ha rinunciato al sogno della cittadella, che secondo molti avrebbe contribuito a riqualificare Laives assicurando anche nuovi posti di lavoro, e ha optato per un progetto in tono minore. C'è già chi, a Laives, sta seriamente pensando ad elezioni anticipate, ma in realtà sono in molti a ritenere che - senza cittadella - la Di Fede possa concludere la legislatura.

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