Statuto, scossa di Bizzo: basta forzature

La relazione alla Convenzione: «Un gruppo non decida sull’altro». Dura anche la Uil, ma salta il documento con Cgil e Cisl



BOLZANO. La Convenzione sull’autonomia non ha fatto bene ai rapporti Svp-Pd. Il richiamo all’autodeterminazione nel documento di maggioranza della Convenzione dei 33, le mancate aperture su scuola, proporzionale, trasferimento di poteri dalla Provincia ai Comuni, convivenza costringono il Pd a smarcarsi. Roberto Bizzo (presidente del consiglio provinciale, Pd) ha depositato ieri la propria relazione di minoranza. L’ha inviata anche alla segretaria del Pd Liliana Di Fede, che la leggerà insieme a quella di Laura Polonioli e Riccardo Dello Sbarba e prenderà posizione. Di certo il Pd non appoggerà la relazione di maggioranza, frutto dell’asse tra Svp e destra tedesca. Sono quattro le relazioni di minoranza: Bizzo, Polonioli-Dello Sbarba, Maurizio Vezzali e Roberto Toniatti. La Convenzione dei 33 ne discuterà venerdì. «Speriamo che il nostro testo venga firmato da altri esponenti dei 33», anticipa Dello Sbarba (Olfa Sassi lo ha annunciato). Tutte le relazioni con le proposte di modifica allo Statuto verranno poi consegnate al consiglio provinciale, per l’avvio (eventuale) del lavoro legislativo-istituzionale. Alle relazioni si aggiungeranno i documenti con le prese di posizione, che non entreranno tuttavia nel dossier per il consiglio provinciale. Ieri è stato diffuso un documento critico della Uil, cui si aggiungerà un testo dei rappresentanti dell’economia. È invece sfumata l’iniziativa di un documento unico di Cgil, Cisl e Uil.

LA RELAZIONE DI BIZZO. Nella relazione di Bizzo le critiche ai lavori della Convenzione si intrecciano con una lettura amara dell’autonomia com’è gestita oggi. Anche nel suo caso dunque la Convenzione emerge come occasione mancata di rinnovamento. «Il punto centrale, in tema di riforma dello Statuto, è il metodo; e il metodo non può che essere “fare insieme”, fare passi avanti senza forzature da parte di nessuno» premette Bizzo, che ricorda le fragilità e insicurezze di una parte della popolazione, di cui avrebbe dovuto farsi carico chi «rappresenta oggi la parte più forte, la maggioranza più sicura e tutelata». Bizzo rincara: «Il concetto di minoranza oggi non è più solo valutabile in termini numerici tra Stato e Provincia, ma va considerato come diritto positivo per garantire pari opportunità a ogni cittadino e cittadina di questa terra». Elenca alcune proposte. La Regione va ripensata, ma non abolita: «La cancellazione produrrebbe il rischio di precipitare i territori nel cono di attrazione gravitazionale rispettivamente di un nord e un sud». I poteri: la Provincia dovrebbe delegare risorse e competenze ai Comuni, garantendo un ruolo ad hoc per il capoluogo e i centri principali. La proporzionale: ragionare sulla «revisione totale» o una sua sospensione, come peraltro previsto. Plurilinguismo: tenuto fermo l’articolo 19, Bizzo è favorevole al massimo della libertà per le scuole, fino ad arrivare ad «una vera scuola bilingue», all’interno però del perimetro della scuola italiana e tedesca. Componente della Commissione dei Sei, lancia l’ultima stoccata: «Non è possibile utilizzare scorciatoie o sotterfugi per alterare la composizione paritetica, come è stato fatto per l’attuale Commissione dei Sei, né utilizzare le commissioni per surrettizie modifiche statutarie, come si è tentato di fare con la norma sulla toponomastica».

LA DELUSIONE DELLA UIL. Duro il documento della Uil, rappresentata da Laura Senesi nella Convenzione. Si parla di «occasione persa, sostanzialmente un fallimento». Non è stato raggiunto l’obiettivo di «aggiornare lo Statuto, adeguandolo a una società aperta». Fallita la Convenzione, dichiara la Uil, ci si attende uno scatto dalla politica: «Rivendichiamo dall’istituzione provinciale e regionale un atteggiamento laico e pragmatico, volto al rafforzamento dell’autonomia». (fr.g.)

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