Statuto, svolta sulla riscrittura

La revisione affidata a un gruppo di lavoro con i cittadini. Testo in aula tra i dubbi delle opposizioni



BOLZANO. Cambiare lo Statuto di autonomia ascoltando i cittadini, scrivere una legge con lo strumento della partecipazione. Arriva questa settimana al voto in consiglio provinciale il disegno di legge che detta le regole per l’istituzione della «Convenzione per l’Alto Adige». I primi firmatari Dieter Steger (Svp) e Roberto Bizzo (Pd) hanno presentando ieri il testo, definito di portata «storica». Sarà la prima Convenzione in Alto Adige, un esperimento che approda in aula tra i dubbi delle opposizioni, che temono lavori impostati con una maggioranza precostituita.

La Composizione. La convenzione sarà un organismo consultivo, insediato in consiglio provinciale, che avrà il compito di stendere una proposta di modifica dello Statuto. Un vero e proprio disegno di legge dovrà poi essere approvato dal consiglio provinciale, dal consiglio regionale e dal Parlamento. La convenzione sarà composta da 32 membri nominati dal consiglio provinciale: 3 componenti proposti dal Consiglio dei Comuni, 2 componenti proposti dalle associazioni degli imprenditori, 2 componenti proposti dai sindacati, 5 esperti di diritto nominati dal consiglio provinciale e 8 rappresentanti della società civile, che verranno estratti a sorte al termine di un processo partecipativo tra i nomi delle persone (sopra i 16 anni e residenti in Alto Adige) che si sono registrate. L'elenco si conclude con 12 componenti nominati dal consiglio provinciale, con rappresentanza proporzionale della minoranza politica. Nel complesso dei 32 componenti «deve essere garantita la rappresentanza adeguata dei due sessi e dei gruppi etnici». Gli otto rappresentanti della società civile verranno eletti dal «Forum dei 100», un gruppo di lavoro selezionato in base alle richieste di adesione, con criteri su gruppi linguistici, genere ed età. Previsti anche incontri sul territorio e piattaforma web. Questa selezione andrà effettuata entro ottobre, per arrivare a novembre all’insediamento della convenzione, che avrà un anno di tempo per lavorare.

I temi. Riassume Steger: «La convenzione dovrà definire nuove competenze dell’autonomia: l’attuale Statuto è frutto della sua epoca e non tratta di temi come l’Europa, l’Euroregione, l’ambiente». Accanto alle competenze, ci sarà la parte più politica, che riguarda la vita «dentro» l’autonomia. «Come Svp affronteremo la discussione senza tabù, naturalmente portando avanti le nostre visioni», spiega Steger, che non anticipa come la Svp si muoverà su temi come i quattro anni di residenza per il diritto di voto, la proporzionale e la scuola, «Si parlerà di tutto ed è un bene che se ne parli. Negli ultimi anni l’autonomia è stata vissuta come qualcosa di scontato, poco attraente. Se vogliamo restare una autonomia, dobbiamo decidere cosa dovrà essere nei prossimi anni». Così Bizzo: «L’autonomia si è chiusa in se stessa, invece deve dimostrare di essere una forma migliore di governo. La sfida interna è allargare l’autonomia ai Comuni».

Le reazioni. «Il dibattito sulla Convenzione offre alla maggioranza l’occasione di mostrare quanto sia sincera la disponibilità a superare i vecchi schemi e a osare qualche cosa di nuovo», anticipano i Verdi, che propongono, tra l’altro, di definire meglio i compiti della convenzione e raddoppiare il numero dei cittadini. Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore) anticipa che la sfida sarà tutta sui temi: «Pd e Svp sono disponibili a rimettere in discussione il principio dei quattro anni di residenza per votare ? E sulla scuola bilingue come si muoveranno?». (fr.g.)

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