Stelvio, norma modificata Frenata sui toponimi

Dopo il no del Ministero si intende dare più poteri al comitato di coordinamento Svp in difficoltà sulle distanze minime, strada in discesa sul commercio


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Dopo il secco «no» del Ministero dell’Ambiente - contrario da sempre alla provincializzazione - si va verso la modifica della norma sul Parco nazionale dello Stelvio, nel senso di dare più poteri al Comitato di coordinamento (la cui operatività inizialmente era stata ridotta al minimo). Ieri, nel corso della riunione della Commissione dei dodici, è stata letta la bozza dell’intesa tra le due Province e la Lombardia, che dovrebbe preludere alla nuova norma di attuazione. «Il ruolo di maggior spessore da attribuire al Comitato - sottolinea Franca Penasa, una delle poche ad essersi astenuta in passato - sembra essere la chiave per mettere d’accordo il Ministero e la Lombardia, preoccupata soprattutto dell’aspetto finanziario. Sembra esserci ancora, peraltro, un margine di manovra per arrivare a breve alla quadra definitiva sulla questione.

Giustizia. Si è discusso anche del trasferimento alla Regione delle competenze sul personale amministrativo della Giustizia. A riguardo appare difficile la concessione di una sub-delega alla Provincia.

Distanze. La Svp non è riuscita, invece, a fare passi avanti sulla deroga alle distanze minime degli edifici soprattutto per le perplessità sollevate dal Ministero. A riguardo ci sarebbe una sentenza che dà poteri specifici alle Regioni ma la giurisprudenza è contrastante. C’è già chi ha sollevato obiezioni di principio. Ciò che vale in ambito nazionale - questa è la tesi - dovrebbe fare testo anche a Bolzano e Trento.

Commercio. Il senatore Francesco Palermo è parso più ottimista in materia di esercizi commerciali e orari di apertura. La competenza a riguardo dovrebbe passare alle Province in un lasso di tempo ragionevolmente breve. Se così fosse il Consiglio provinciale potrebbe tornare ad occuparsi presto anche nel dettaglio nelle zone produttive.

Toponomastica. Fumata grigia, invece, nella commissione dei sei per quanto attiene la spinosa questione della toponomastica. La Svp, come noto, spingeva per includere alla norma anche l’elenco di 1.526 nomi, con le nuove dizioni monolingui o bilingui, elaborato dalla commissione di tecnici nominati a suo tempo da Fitto e Durnwalder. Roberto Bizzo, come aveva già annunciato nei mesi scorsi, si è detto contrario a votare una lista di nomi. È stata presentata, al contempo, la proposta di creare un comitato paritetico con italiani e tedeschi rappresentati da due persone a testa. Il gruppo ladino, in questo caso, sarebbe destinato a partecipare solo sui toponimi che lo riguardano direttamente.

Secondo il senatore Palermo il testo di partenza è buono, ma il tema resta «scivoloso e delicato». Il problema non è costituito tanto dai 1.526 nomi dell’intesa Fitto-Durnwalder, ma dai criteri da adottare rispetto agli altri. In ballo ci sono, infatti, gli 8 mila nomi del prontuario di Tolomei e gli altri 130 mila. Si tratta di capire, poi, quali saranno i ruoli della commissione dei sei e del Consiglio provinciale. C’è anche chi ha ipotizzato, a riguardo, una compartecipazione nelle scelte. Appare difficile, peraltro, che la Commissione dei sei rinunci alle sue prerogative e scarichi la patata bollente. L’impressione è che il traguardo non sia vicino.

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