Sugli Sprar ridotti è allarme del Comune 

Repetto: «A Bolzano nuova emergenza, forse serviranno altri centri». Stocker chiama i Comprensori



BOLZANO. Ridimensionamento del sistema di accoglienza diffusa dello Sprar, eliminazione della protezione umanitaria, la formula più “flessibile” rispetto alla protezione umanitaria: sono queste le due misure del decreto Sicurezza che più stanno allarmando il Comune di Bolzano. I sindaci ne hanno discusso venerdì nella seduta del Consorzio dei Comuni con il direttore della ripartizione provinciale Luca Critelli, «ma è ovvio che Bolzano rischia di tornare al centro di una emergenza. Finalmente eravamo riusciti ad alleggerire le presenze di richiedenti asilo, il decreto va nella direzione opposta», riassume l’assessore alle Politiche sociali Sandro Repetto, che rivela, «In Comune stiamo valutando come gestire una eventuale emergenza, non immediata, ma in un tempo medio-lungo». Secondo Repetto, il decreto Sicurezza rischia di provocare «l’aumento delle persone senza dimora e senza titolo che gravitano in città. È inutile illudersi che funzionerà il sistema dei rimpatri, più realistico è dirci che aumenteranno gli invisibili, con i rischi che ciò comporta». Il Comune ha acquistato l’immobile di via Ludwig von Comini, a lato di via Volta, per allestire il nuovo centro dell’emergenza freddo. Rivela Repetto: «In Comune stiamo valutando se sarà sufficiente o se dovremo garantirci un altro spazio. Altro che sicurezza, con il decreto di Salvini la Lega gioca a provocare paura tra i cittadini». L’assessora provinciale Martha Stocker ha convocato i presidenti delle Comunità comprensoriali. La riunione si terrà nei prossimi giorni e sarà dedicata al decreto sicurezza. Il presidente Arno Kompatscher aveva chiesto, insieme alla Conferenza delle Regioni, alcune modifiche al decreto per garantire, tra l’altro, una ripartizione equa dei richiedenti asilo su tutto il territorio. I punti inseriti nel documento dei governatori non sono stati accolti da Salvini. Martha Stocker non è convinta che il nuovo sistema di accoglienza provocherà una escalation: «In effetti si torna all’idea iniziale dei progetti Sprar pensati solo per i rifugiati e non anche per i richiedenti asilo. Va anche detto che i nostri Cas di periferia (centri di accoglienza straordinaria) sono abbastanza piccoli e non stanno creando problemi. E anche a Bolzano le tensioni sono legate a chi è fuori dai centri, non a chi segue l’iter».















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