«Sui bus serve un pulsante d’allarme» 

Geolocalizzato e collegato alla questura. I sindacati: «Situazione insostenibile. Le cabine con i vetri alti non bastano»


di Davide Pasquali


BOLZANO. Aggressioni agli autisti dei bus, una pratica che sta dilagando e preoccupa molto i sindacati. «Un pulsante d’allarme nascosto e geolocalizzato, per permettere all’autista di allertare le forze dell’ordine a bordo di ogni mezzo pubblico, quanto meno per il servizio urbano. Cabina dell’autista schermata da vetri alti su ogni autobus, spostando i mezzi sprovvisti di tale misura di sicurezza su linee più tranquille, come le corse scolastiche. Corsi di formazione per gli autisti volti ad insegnare loro come gestire le situazioni difficili». Sono solo alcune delle richieste avanzate ieri mattina dai segretari provinciali dei trasporti di Cgil, Cisl, Uil e Asgb al prefetto Vito Cusumano, cui si è chiesto l’avvio di un tavolo tecnico per limitare un fenomeno divenuto troppo frequente e ingestibile dai soli autisti o controllori. Come d’altronde da capitreno e macchinisti dei treni locali.

Prima di incontrare il commissario del governo, i sindacati ieri mattina hanno spiegato le loro ragioni alla sede Asgb di via Bottai. Rosaria Severino (Cisl): «Un clima di tensione continua. Il problema riguarda in particolare il trasporto urbano, a Merano, Bressanone, Brunico e soprattutto Bolzano, dove solo una trentina di mezzi sono dotati di vetri della cabina alti. Già le Rsu avevano fatto una battaglia per proteggere il posto di guida, non con una gabbia ma con dei vetri alti che permettessero un minimo di tranquillità e sicurezza. Ma anche questo ormai sta diventando troppo poco». I sindacati ora si stanno muovendo anche a livello nazionale. «In ambito extraurbano il fenomeno esiste ma è più limitato. Non così sui treni regionali, dove gli episodi si sono moltiplicati. Noi chiediamo solo di poter lavorare senza questo continuo stress emotivo e fisico, parliamo di incolumità personale». Anita Perkmann (Filt Cgil): «È un problema di sicurezza sociale, abbiamo chiesto si istituisca un tavolo tecnico con prefettura, forze dell’ordine, aziende di trasporto. Non può essere che un autista, che non è un lavoratore strapagato o strafortunato e che sta svolgendo un servizio pubblico, venga aggredito. È un pubblico ufficiale, non lo dimentichiamo! Vorremmo poi che venissero sensibilizzati gli utenti, chiediamo maggiore rispetto. Non è che se ho una giornata storta me la posso prendere con l’autista del bus». Artan Mullaymeri (Uilt): «Lanciamo un sos sul territorio. Ormai con gli ultimi episodi siamo usciti dai limiti della tollerabilità». La goccia che ha fatto traboccare il vaso è quella del 17 gennaio: autista picchiato sulla linea 1. «Durante l’aggressione era presente un utente, che ha detto all’autista: mi spiace, non posso testimoniare. Vorrei, potrei, ma ho troppa paura». I sindacalisti tengono che si instauri una cultura della sicurezza, «basata su tre pilastri: prevenzione, formazione del personale, controlli serrati». Josef Ploner (Fit Cisl) ha avanzato due proposte: «Molti mezzi andranno a essere rottamati e capiamo che dotarli ora di vetri alti potrebbe risultare un aggravio finanziario notevole. Quelli nuovi, in arrivo fra un anno o due, rispettano gli standard internazionali e sono dotati di vetri più alti. Ma in città ne circolano ancora troppi privi di questa protezione. Si dovrebbero usare solo sulle linee e negli orari più tranquilli dal punto di vista della sicurezza, tipo per le corse scolastiche, riservando i bus con cabina protetta agli orari serali/notturni, quelli più pericolosi». L’altra proposta è un pulsante rosso di allarme, georeferenziato tramite gps. La questura è allertata in tempo reale e sa esattamente dove si debba intervenire. «Abbiamo parlato con i lavoratori della Trentino trasporti, dove li si è installati. Funzionano molto bene. Vengono azionati col piede sinistro, un po’ come in banca dove il pulsante sta sotto il tavolo e non ti vedono quando lo pigi». Pare che i costi sarebbero piuttosto contenuti. «Le videocamere ci sono su diversi mezzi, i vetri alti pure, ma non bastano più». Sui nightliner ci sono le guardie giurate, ma i sindacati non vogliono militarizzare i bus. Sui mezzi della Bolzano-Merano c’è il raddoppio: un autista guida, l’altro controlla, questo aiuta ma non riesce sempre a tutelare il personale. «In città aggressioni su tutte le linee, è un problema diffuso. È accaduto anche in pieno pomeriggio. Non è più possibile dire quali siano le corse pericolose. Le ore serali sono più a rischio, certo, ma non solo», ha concluso Richard Goller (Asgb).

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