Sui maestri di sci Bolzano sfida l’Unione Europea

Berger: «Il protocollo non garantisce la qualità del servizio» C’è il rischio che i comunitari “respinti” facciano ricorso


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Sui maestri di sci (2.500 iscritti in Alto Adige, di cui 1.800 attivi) la Provincia di Bolzano ha deciso di fare le barricate, anche a costo di andare contro l’Unione Europea. L’oggetto del contendere è il «Memorandum of understanding» con il quale la Commissione europea ha varato un progetto per il rilascio delle tessere professionali con il riconoscimento delle qualifiche in tutti gli Stati membri. Il vicepresidente dell’esecutivo altoatesino Hans Berger, anche lui maestro di lunga data, la scorsa settimana è stato anche a Bruxelles a ribadire il suo “no”.

Assessore Berger, per quale ragione l’Alto Adige non firmerà il protocollo europeo sui maestri di sci?

«È semplice. In questo memorandum, già sottoscritto da diversi Paesi, non vengono fissati dei parametri minimi per il riconoscimento della qualifica. In sostanza basta essere iscritti all’albo nel proprio Paese per insegnare negli altri. Per noi non può bastare».

In questo modo non si limita la libera concorrenza?

«In Alto Adige garantiamo un servizio di alta qualità e ci teniamo a mantenerlo. Questa intesa non ci tutela affatto».

Un maestro di sci che ha ottenuto l’abilitazione in un Paese Ue può insegnare in Alto Adige?

«Sì, ma non a tutti. Quando arriva sulle nostre montagne con una sua comitiva deve darne comunicazione all’albo-collegio altoatesino. Non può invece insegnare ad altri clienti se non ha ottenuto l’abilitazione in Alto Adige».

E cosa prevede l’abilitazione della provincia di Bolzano per maestri provenienti da altri Stati Ue?

«Il maestro deve aver ottenuto la qualifica massima nel suo Paese e il collegio valuta le sue conoscenze sulla base degli standard richiesti qui in materia di sicurezza, conoscenza del territorio, primo soccorso e altri parametri. Se il candidato supera l’integrazione d’esame può insegnare anche qui».

Quindi anche quest’inverno molti maestri europei rischiano la denuncia se insegneranno sulle nostre piste?

«Certo che sì. I maestri altoatesini non sono una casta ma vogliono continuare a garantire alta qualità e un servizio adeguato».

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