il caso

Super Imi, corsa agli espedienti per non pagare l’aliquota tripla 

Gli uffici comunali si ritrovano una mole di domande di variazione di residenza o di adeguamento dei contratti Caramaschi: «Abbiamo previsto 45 milioni di euro di introiti, vedremo». Gli affittacamere privati chiedono tutele


Sara Martinello


BOLZANO. Fatta la legge, trovato l’inganno. Così, tra richieste di cambio di residenza, contratti retrodatati o intestati a nuovi affittuari, sulle scrivanie del municipio la montagna di carta cresce. «Noi l’avevamo detto, al Consorzio dei Comuni, che la super Imi avrebbe creato una mole di lavoro per i nostri uffici», borbotta il sindaco.

Bolzano non la ha impugnata, la delibera attuativa della legge sull’Imi, come altri cinque Comuni. Aspetta di verificare se la realtà rispecchierà la previsione di bilancio. Renzo Caramaschi però resta scettico. Perché qualcuno riuscirà ad aggirare la super Imi. Un fenomeno ormai emerso in molte realtà altoatesine. «Il problema – dice – è che molti ricorrono a tutte le scuse possibili per dimostrare che gli alloggi che ai Comuni risultano sfitti sono in qualche modo affittati o occupati nelle varie forme consentite dalla legge».

Le aliquote e gli espedienti

A Bolzano, l’aliquota per l’abitazione principale è fissata allo 0,40 per mille, contro lo 0,76 fissato come aliquota ordinaria provinciale. Sale a quota 2,50 per le abitazioni tenute a disposizione o usate per motivi di lavoro o di studio, ma ridiscende allo 0,90 per mille nel caso di abitazioni concesse in uso gratuito a parenti o locate a fini abitativi. Poi c’è tutta una varietà di esenzioni e di varianti.

Per non pagare l’Imi al 2,50 per mille e magari puntare allo 0,90, o allo 0,70 nel caso si affitti a studenti universitari con canone agevolato, la strada naturale sarebbe l’immissione dell’alloggio sul mercato. Ma non sempre un proprietario di immobili desidera affittarli, magari perché aspetta che i figli finiscano l’università e tornino a Bolzano. «Abbiamo notato molte richieste di cambio di residenza», nota il vicesindaco Luis Walcher. Come ha spiegato il sindaco di Selva Gardena Roland Demetz, c’è chi opera la retrodatazione di un contratto di affitto, o chi stipula contratti fittizi.

«Aspettiamo fine giugno»

Secondo la legge, le entrate dell’Imi dovrebbero restare invariate. È al loro interno che vanno modificate le fasce di composizione del totale dell’introito. Cioè: i maggiori introiti della «super Imi» vanno defalcati con la riduzione dell’aliquota degli alloggi affittati.

«Quindi il totale degli introiti è invariabile», spiega Caramaschi, «Se per noi è stato di 45 milioni di euro l’anno scorso, dovrà arrivare a 45 anche quest’anno. È la somma che abbiamo inserito nel bilancio. Avremo una prima stima dell’andamento dell’imposta alla fine di giugno, quando tutti i bolzanini avranno pagato la prima rata». Tradotto: a metà anno, nelle casse di vicolo Gumer dovranno entrare 22,5 milioni di euro.

Il ricorso dei cinque Comuni

Le motivazioni che hanno portato Corvara, Selva Gardena, Ortisei, Lana e Marlengo a impugnare la delibera di attuazione della legge sono state discusse davanti al Tar l’altroieri. Se il Tar desse loro ragione, la delibera decadrebbe e bisognerebbe tornare alle vecchie aliquote.

Come i cinque Comuni ricorrenti, anche Bolzano è inserita nell’elenco dell’emergenza abitativa. Ma ha deciso di non ricorrere alla giustizia amministrativa. «Abbiamo discusso in sede di Consiglio dei Comuni e dato parere positivo», spiega Caramaschi, «Siamo d’accordo che Bolzano ha bisogno di case e che è giusto far pagare di più chi tiene sfitto un alloggio? Sì? Bene, allora perché mai avremmo dovuto impugnare la delibera sulla super Imi?».

Gli affittacamere privati

Gli affittacamere privati chiedono ai Comuni di non far pesare su di loro eventuali irregolarità altrui sugli affitti ai turisti. «Come associazione di categoria accogliamo con favore e sosteniamo i provvedimenti volti a contrastare la pratica degli affitti turistici illegali, come è stato fatto a Bolzano», dichiara la presidente Esther Mutschlechner-Seeber, «Allo stesso tempo, però, facciamo appello ancora una volta ai Comuni affinché distinguano tra i proprietari che affittano in nero e gli affittacamere privati professionali, che rappresentano una delle colonne portanti del turismo locale di qualità. Non possono essere loro a dover sopportare il carico economico degli aumenti fiscali e a pagare per irregolarità i cui responsabili sono evidentemente altri».













Altre notizie

Attualità