Taglio ai vitalizi, c’è il primo ok ma si salvano gli anticipi 

Il consiglio regionale. L’ufficio di presidenza approva il disegno di legge per il ricalcolo su base contributiva Previste riduzioni fino al 70%. La riforma è condivisa con altre Regioni, con l’eccezione dell’attualizzazione  



Bolzano. Vitalizi, anche il Trentino Alto Adige accoglie la riforma nazionale per il ricalcolo con il sistema contributivo, che comporterà tagli a molti assegni, con punte fino a riduzioni del 70 per cento. La riforma vale per i vitalizi già erogati agli ex consiglieri.

Nella sua ultima seduta l’ufficio di presidenza del consiglio regionale ha approvato il disegno di legge depositato il 21 maggio. Nella seduta il vice presidente Josef Noggler ha votato a favore, mentre Helmut Tauber, altro rappresentante della Svp, si è astenuto, insieme ad Alessandro Urzì (Fratelli d’Italia). Il voto differenziato della Svp non stupisce. È il partito di maggioranza regionale che più ha frenato il percorso dell’accordo adottato nella Conferenza Stato-Regioni.

«Non possiamo sottrarci alla riforma, anche se siamo una Regione autonoma, questo è emerso chiaramente dai pareri legali che abbiamo chiesto», riferisce Urzì. La Svp deve prenderne atto. Il gruppo consiliare discuterà oggi del disegno di legge in vista dei prossimi passi. Tra due settimane incontro dell’ufficio di presidenza con i capigruppo regionali, «per condividere al massimo la riforma» dice Urzì, poi l’inizio della trattazione nella Prima commissione legislativa regionale. Il Trentino Alto Adige è l’unica regione, insieme alla Sicilia, a non avere ancora approvato il ricalcolo dei vitalizi su base contributiva.

Oltre alle resistenze della Svp, c’è un motivo per il ritardo: la Regione ha aspettato la sentenza della Corte Costituzionale, pubblicata il 15 maggio, che ha salvato le leggi regionali del 2014, nate per correggere lo scandalo dei vitalizi d’oro del 2013.

Grazie alla sentenza, la riforma dei vitalizi avrà in Trentino Alto Adige una caratteristica davvero speciale: i consiglieri regionali continueranno a ricevere, raggiunti i limiti di età, gli anticipi introdotti nel 2013 e poi ricalcolati. Saranno anticipi ridotti, ma nessun altro consigliere regionale in Italia li riceverà. Il meccanismo è quello della attualizzazione, che la Consulta non ha messo in discussione.

«Gli anticipi verranno detratti dal calcolo dei vitalizi su base contributiva. Avremo gli anticipi, ma i nostri vitalizi saranno al massimo di 4.127 euro lordi al mese, mentre nel resto d’Italia verranno erogati assegni molto più alti», spiega Noggler. Anche dopo il ricalcolo del 2014 gli anticipi riconosciuti agli ex consiglieri o ai consiglieri in carica quando raggiungeranno l’età prevista, in molti casi sono di diverse centinaia di migliaia di euro. Dopo la sentenza della Consulta il consiglio regionale ha inviato un sollecito agli ex consiglieri regionali che devono restituire parte degli anticipi. È ancora aperto il processo, che dovrà tenere conto della sentenza della Corte costituzionale.

Il meccanismo di ricalcolo

La vicenda delle restituzioni è parallela al disegno di legge che prevede il ricalcolo dei vitalizi già erogati con il meccanismo del sistema contributivo. In pratica si prenderanno i contributi versati da ciascun consigliere, si farà la somma e poi la si moltiplica per 2,75, il coefficiente adottato (ritenuto troppo generoso da alcuni). Dalla somma che si ottiene si deve sottrarre la cosiddetta attualizzazione, gli anticipi versati. Poi la cifra che si ottiene viene divisa in base agli anni potenziali in cui si prenderà il vitalizio calcolati secondo l’aspettativa di vita in base Istat. Il calcolo viene fatto da quando ogni singolo consigliere ha iniziato a prendere il vitalizio. Il secondo caposaldo della riforma è il limite massimo di 4.127 euro lordi mensili. FR.G.

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