il caso

Taglio alle indennità, ko la legge popolare

Il consiglio regionale boccia la proposta delle Acli, accompagnata da 10 mila firme. Il Pd: «Siamo tra i più virtuosi»



BOLZANO. Nessun colpo di scena sul taglio delle indennità dei consiglieri. Colpito e affondato in consiglio regionale il disegno di legge di iniziativa popolare presentato dalle Acli con 10 mila firme. L’epilogo era scritto. Già bocciato in commissione legislativa, il disegno di legge era stato discusso martedì in un incontro del presidente del consiglio regionale Thomas Widmann e dei capigruppo regionali con Luca Oliver, presidente delle Acli trentine. Per un motivo o per l’altro, quella proposta non piaceva ad alcuno dei gruppi, di maggioranza e opposizione.

Lo scenario delineato con i capigruppo si è verificato ieri. Il disegno di legge delle Acli è stato presentato in aula. Dopo alcuni interventi dei consiglieri, è stato bocciato il passaggio alla discussione articolata (10 voti a favore, 40 contrari e 4 astensioni). Bocciato anche il disegno di legge sulle indennità firmato dal consigliere Rodolfo Borga (Amministrare e civica trentina). Borga proponeva per i consiglieri un pagamento non più con indennità ma a gettone, con orari compatibili a quelli dell’attività professionale, ad eccezione di ufficio di presidenza e giunta.

Le Acli proponevano, tra l’altro, la riduzione dell’indennità dei consiglieri provinciali da 9.800 euro a 7.500 euro lordi, l’abolizione della pensione complementare e il finanziamento ai gruppi consiliari.

«La nostra non è una proposta blindata», aveva spiegato alla vigilia Oliver, «l’abbiamo fatta nell’intento di superare la frattura tra cittadini e politica. Siamo disponibili a discuterne ancora, ma se venisse bocciata e basta sarebbe una occasione persa». I capigruppo di Pd e Upt, Manica e Passamani, hanno dichiarato la disponibilità a sedersi a un tavolo tecnico per ridiscutere del tema, mettendo da parte il disegno di legge. Intanto ieri è arrivata la bocciatura. E la maggioranza regionale non ha alcuna intenzione di discutere di tagli alle indennità. In consiglio provinciale a Bolzano arriverà invece a breve il disegno di legge che contiene il taglio soft alle indennità della giunta provinciale e prevede la contestata novità dei compensi aggiuntivi per i capigruppo e i presidenti di commissione.

Critico sul voto di ieri in consiglio regionale è Paul Köllensperger (M5S): «Trovo di cattivo gusto avere bocciato la proposta senza neppure discuterla nel merito. Il consiglio regionale ha dimostrato poco rispetto per le 10 mila persone che hanno firmato quel testo. Come movimento siamo contrari all’abolizione del finanziamento ai gruppi. Non era dunque una legge perfetta, ma con qualche mal di pancia la avremmo votata».

Sia Walter Blaas (Freiheitlichen), che Andreas Pöder (BürgerUnion) hanno liquidato la proposta delle Acli parlando di «ipocrisia». Le indennità dei consiglieri sono pubbliche, accusano Blaas e Pöder, «mentre i promotori non hanno reso pubblici gli importi dei loro rimborsi». Basta, aggiunge Pöder citando anche i sindacati, «con le categorie che fanno i conti in tasca alle altre».

Così Alessio Manica ieri in aula a nome del Pd: «È ora che la comunità rifletta sul ruolo del consigliere. Prima di stabilire una cifra, un disegno di legge che guarda al futuro, deve stabilire qual è la funzione del consigliere». Secondo Manica, i consiglieri del Trentino Alto Adige sono «tra i più virtuosi, quanto a indennità, a fronte di maggiori competenze. Ma c’è un messaggio dietro al disegno di legge delle Acli: di quel messaggio, di quella solitudine della politica, dobbiamo farci carico. Occorre un dibattito libero, dove le parti sociali si confrontino con la politica, liberandola dal ragionare su se stessa». (fr.g.)













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