L'INTERVISTA

Tarfusser: «Ho detto di sì a Calenda, basta nazionalismi» 

Il voto europeo. Il magistrato con Azione nella circoscrizione nord-ovest  Compirà settant’anni l’11 agosto. «Sono vicino alla pensione  ma credo di avere ancora un fisico che mi consente di darmi da fare»



BOLZANO. Cuno Tarfusser va con Carlo Calenda. “Azione”, collegio nord-ovest. La sorpresa della giornata in prospettiva elezioni europee giunge così dal magistrato bolzanino. Una carriera prima dentro la procura altoatesina, tra indagini che fecero epoca - il mostro di Bolzano l’omicidio Waldner, mani pulite - chiamato poi come giudice alla Corte penale internazionale e oggi sostituto procuratore in Corte d’appello a Milano. Tutt’ora molto in prima linea. 

Poche settimane fa disse in tv: «Vi spiego perché dubito di come è stato condotto il caso di Erba». Chiedendo, nel mentre, la revisione di un altro processo da prima pagina, quello di Olindo e Rosa. 

«Non sono onorato, ma più che onorato di averlo nella nostra lista», dice Calenda: Tarfusser è stato per quasi 11 anni alla Corte penale internazionale, ha un’esperienza nella buona gestione degli uffici giudiziari, in particolare a Bolzano con un record in efficienza della gestione dei procedimenti, un tema che per noi è molto importante. Sarà uno dei candidati di punta della lista del nord ovest». Così Tarfusser.

Come è nata questa candidatura?

Intanto quando. Pochi giorni fa. Anzi mi è arrivata la proposta, quella ufficiale, alla fine della settimana scorsa. Ne ho parlato con mia moglie. Faccio sempre così quando si tratta di decidere cose importanti. Ci abbiamo pensato tra sabato e domenica e poi ho detto sì.

E allora, perché il sì?

Sono vicino al pensionamento (70 anni l’11 agosto). Credo di avere ancora un fisico che mi consente di darmi da fare. E poi non mi vedevo con le mani dietro la schiena a guardare i cantieri di qualche città. Non voglio solo seguire case in costruzione dalla mattina alla sera.

È stato Calenda a chiamarla?

No, prima il suo entourage. Persone che conoscevo già. Anche amici.

E invece il leader di “Azione”?

L’ho sentito subito dopo. Prima e nelle ore successive la decisione.

Lui cosa si aspetta?

Beh, non lo so, anche se immagino. Ma dico quello che mi aspetto io: innanzitutto muovermi per avere più Europa e non meno. Cercherò di farlo subito ma soprattutto se e quando sarò eletto.

Lei conosce bene le istituzioni internazionali no?

Abbastanza direi. Probabilmente, ma lo immagino, è stato anche questo a contribuire a far uscire il mio nome.

E che Europa immagina si debba costruire?

Lontana dai sovranismi e dai nazionalismi. Non ne posso più degli uni e degli altri. Anche in ragione di quello che sono io.

Cioè, chi è?

Sono un cittadino europeo di nazionalità italiana e di madrelingua tedesca. Direi un bel miscuglio.

Si sente dunque vicino ad “Azione” e ai suoi valori?

Non sarei qui altrimenti. Sui fronti caldi dell’Unione, tra immigrazione e crisi in giro per il mondo condivido molto le idee di Calenda.

Fino al punto di candidarsi con lui?

Fino al punto che, anche se non mi avessero proposto questo, lo avrei votato.

Qual è la sua formazione culturale o politica che sia?

Sono sempre stato, se si può dire, un social-liberale. Riformista senza troppi se. E molto europeista.

È contata la sua esperienza in giro per il mondo?

Eccome. Succede in casi come i miei, dove si vede dal vivo quello che succede fuori dai confini, quanto conti e conterà avere un’Europa forte e quanto più possibile in grado di parlare con una voce sola.

Lei è un magistrato. Ci sono incompatibilità tra ruolo professionale e candidatura?

Certo. Per questo proprio ieri ho spedito una lettera al Csm, il consiglio superiore della magistratura, chiedendo di essere messo in aspettativa. Aspettativa elettorale intendo.

Lo sa che, se le avessero proposto il collegio nord - est, sarebbe entrato in rotta di collisione con Paul Köllensperger, pure candidato con Azione?

Ah sì? Non lo sapevo. Bene.

Oggi dove lavora

A Milano. Proprio stamattina avevo un’udienza.

Matteo Renzi e Carlo Calenda erano insieme fino a poco fa. Poi la rottura. Anche a Bolzano ci sono state dimissioni in massa da Azione dopo questa frattura. Perché ha scelto di candidarsi con Calenda invece che con Renzi?

Perché Calenda me lo ha chiesto.

P.CA.













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