L'INTERVISTA davide costa futuro bolzano 

«Tariffe più basse e sostegno ad artigiani e Pmi» 

Il candidato/1. «A Bolzano ci sono persone, anche imprenditori che hanno bisogno di risposte e di persone che si mettano al servizio  della comunità. Come è accaduto per il tram, cerco di fare la mia parte»



Bolzano. Davide Costa resta e rilancia. Uscito da tempo dal M5S, il consigliere comunale ha fondato la lista civica «Futuro Bolzano», di cui è candidato sindaco.

Ha fatto bene quella volta a lasciare i 5Stelle?

Sì, sono rimasto deluso. I principi del movimento nazionale non sono stati osservati a Bolzano. Dopo, ho cercato di agire come consigliere secondo quelle che immaginavo fossero le attese dei cittadini che mi hanno votato. Tre anni dopo mi considero una persona più aperta, capace di ascoltare persone con estrazioni diverse, prive di un punto di riferimento. Ho cercato di darmi da fare, a volte con asprezza, ma spero in modo competente e con umiltà.

Perché candidato sindaco? Siete in dieci, non è una offerta esagerata per una città da 100 mila persone?

A Bolzano ci sono persone, anche imprenditori e associazioni, che hanno bisogno di risposte e di persone che si mettano al servizio della comunità. Come è accaduto per il tram, voglio cercare di informare i cittadini e confrontarmi con loro. L’amministrazione comunale è di tutti e va gestita con trasparenza, valorizzata nelle sue potenzialità. Si fanno molte critiche, ma Bolzano ha grandi potenzialità non espresse, soluzioni pragmatiche a portata di mano.

Qualche esempio?

Parto dalla cultura: potremmo costruire subito la famosa internazionalizzazione culturale garantita da una città di frontiera, con due lingue e due culture. Arricchirebbe i cittadini e porterebbe un maggiore turismo, tra l’altro di qualità. Rispetto a Salisburgo e Innsbruck, Bolzano ha numeri infinitesimali, 680 mila turisti, rispetto agli oltre 2 milioni di Innsbruck e quasi tre milioni di Salisburgo. Si parla di spostare Ötzi, ma da subito si potrebbero evitare le code, con un sistema di prenotazioni e ingressi scaglionati. Bolzano non ha meno attrazioni di Innsbruck, ciò che manca è la voglia di unire le forze.

Lei insiste sulla sanità, ma il Comune cosa può fare?

La competenza è provinciale, vero, ma il sindaco è responsabile della salute pubblica. Lo ha dimostrato durante la pandemia, con ordinanze più restrittive. Il sindaco può partecipare al Comitato di piano della Asl, dove si decidono i quadri economici di spesa nei distretti e le strategie territoriali. Quello è un luogo in cui assolutamente si può fare sentire la voce del capoluogo.

La sua idea per la viabilità?

In questo momento mi preoccupa di più l’allarme lavoro. Sarà un autunno pesante.

Per il Covid?

Bolzano veleggia già attorno al 10% di disoccupazione, contro il 3 % provinciale. Acciaierie ed Iveco sono fiori all’occhiello, ma c’è tutto un tessuto di Pmi, fulcro del nostro tessuto sociale, che garantiscono anche coesione sociale, che vanno sostenute. Il Comune può fare molto: ridurre l’Imi del 10% su immobili artigianali e industriali (costa 4 milioni) e cancellare l’aumento inaccettabile della tariffa rifiuti del 2019 (più 11%). Va creata con le aziende una sinergia per la specializzazione e l’impiego. Se i giovani se ne vanno, cosa sarà di Bolzano? FR.G.

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