Tassi usurari: ci sono altre tre denunce

Le hanno presentate in Procura altre piccole e medie imprese altoatesine Si complica la situazione per la Savutensili: non sarà eseguita l’attesa perizia


di Mario Bertoldi


BOLZANO. La battaglia di alcuni imprenditori contro le banche accusate anche in Alto Adige di applicare in alcuni casi tassi usurari , si arricchisce di nuove contestazioni. In Procura a Bolzano sono state depositate tre nuove denunce penali. Pare siano state incoraggiate dai numerosi servizi trasmessi in televisione a livello nazionale da trasmissioni molto seguite. Con un messaggio di fondo: fate attenzione alle banche che potrebbero approfittare in maniera pesante della vostra necessità di un finanziamento o di un mutuo e denunciate ogni vostro sospetto. Nell’ultimo anno a Bolzano sarebbero state almeno una cinquantina le cause avviate da piccoli imprenditori in difficoltà davanti al tribunale civile. Nessuno è mai riuscito ad ottenere risarcimenti concreti dagli istituti bancari. Anzi, il pericolo - in questi casi - è muoversi senza aver verificato attentamente la situazione con la conseguenza che la soccombenza in fase di giudizio comporta inevitabilmente ulteriori spese rilevanti per le parcelle (degli avvocati anche di parte avversa) e per i costi per consulenze e perizie che di solito sono complesse e costose. Sotto questo profilo la sede di Bolzano della Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato) ha annunciato assistenza legale con possibile avvio di una “class action” nei confronti di alcuni istituti bancari che approfitterebbero di situazioni di estrema difficolta di piccole imprese. Anche se il presidente Claudio Corrarati ritiene necessario ponderare bene gli eventuali passi legali. «Dobbiamo stare tutti attenti- puntualizza - a non cadere nell’errore di imputare ad una mala gestione del rapporto tra cliente e banca situazioni di sofferenza e di difficoltà che hanno in realtà altra natura. Per questo stiamo facendo un’analisi molto capillare. Se dovessero emergere numeri importanti di aziende pronte ad affrontare una causa legale con le banche utilizzate è evidente che potremmo anche studiare un’azione comune, tipo “class action”, per cercare di limitare le spese legale per i singoli soggetti». Tutto, però, è ancora a livello ipotetico. Nel frattempo, proprio sul fronte legale, si sta complicando ulteriormente la situazione della “Savutensili”, l’azienda di via Santa Geltrude della famiglia Paganella che rischia di vedere andare all’asta beni immobiliari per circa 2 milioni di euro per far fronte ai diritti dei creditori. Sino ad oggi l’azienda (accusando un istituto bancario altoatesino di averle applicato tassi usurari) ha chiesto inutilmente alla Procura della Repubblica di bloccare l’iter di recupero forzoso del credito. In realtà la competenza è del Commissariato del governo a cui il sostituto procuratore Lorenzo Puccetti ha già trasmesso (come previsto dalla procedura) un parere (non vincolante) negativo. Per la “Savutensili”, dunque, sarà molto difficile riuscire ad evitare l’asta già prevista per l’11 novembre. L’ultima speranza può essere legata al possibile interrogatorio cui potrebbero essere sottoposti i dirigenti della banca in questione su ennesima istanza della ditta. Ma il parere negativo già espresso dalla Procura lascia poche speranze.

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