Tensioni e caos nel Pd, rinviata visita della Boschi 

Innervosita anche la Stella alpina. Brugger: «Un errore candidarla a Bolzano» Scontri interni ai Dem sulle candidature, il sottosegretario arriverà lunedì


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Le tensioni interne al Pd fanno slittare la presentazione di Maria Elena Boschi a Bolzano. La sottosegretaria ed ex ministro doveva essere ieri nel capoluogo altoatesino, dopo il via libera della direzione nazionale Dem alle candidature. In realtà la giornata è vissuta tutta al Nazareno, dove ancora a tarda ora si cercava di mettere ogni pedina al suo posto su scala nazionale, con la riunione della direzione slittata dal mattino al pomeriggio. E poi dal pomeriggio alla sera.

Imbarazzi e psicodrammi in casa dei Democratici, con le minoranze di Orlando ed Emiliano all’attacco. E da Bolzano non mancano le critiche. A parte le candidature nazionali che fanno venire il mal di pancia a più d’un iscritto tra i Democratrici altoatesini come più volte riportato da questo giornale, ieri decisamente su tutte le furie erano anche in casa Svp. Il motivo? Il tira e molla sulle candidature Pd, che tra il resto non ha ancora permesso alla Stella alpina di dare il via libera della sua direzione alle candidature - Bressa al Senato e Boschi alla Camera - da parte della direzione del partito. Organo convocato per questa mattina alle 8. Sperando che nella notte il Pd nazionale abbia deciso. «Una situazione impossibile e ricordo che non ogni proposta di candidatura è accettabile dal mio partito e dal nostro elettorato», così ieri pomeriggio l’Obmann, Philipp Achammer. Ma nel dibattito interno alla Stella alpina sulle scelte in casa Pd ieri sono intervenute come un «macigno» le parole dell’ex segretario, Siegfried Brugger. Quest’ultimo bolla come «assolutamente incomprensibile» ed «un errore capitale» il sostegno Svp alla candidatura di Maria Elena Boschi. Brugger ricorda che «mentre l’appoggio per Bressa si può capire, perché il sottosegretario ha fatto molto per l’Alto Adige, non dobbiamo dimenticare che Boschi ancora nell’ottobre 2014 aveva chiesto l’abolizione delle autonomie speciali». «Comprendo - così Brugger - che il segretario del Pd Renzi non voglia candidare la sua fidata in Toscana, ma in un collegio “sicuro”, come quello dell’Alto Adige, ma è imperdonabile che invece la Svp si presti a questo gioco». Secondo l’ex Obmann «i parlamentari Svp hanno dimostrato con il loro voto a sufficienza la loro fedeltà nei confronti dei governi del Pd, che ora però la Stella alpina debba risolvere addirittura i delicati problemi interni di Renzi è troppo». Critiche ad una candidatura nazionale arrivano anche dall’Obmann della Bassa Atesina, Oswald Schiefer. «Se i nostri elettori non vanno a votare per i candidati al Senato proposti dal Pd, può essere a rischio anche il seggio di Steger sul proporzionale al Senato, visto che i voti si sommano poi complessivamente», evidenzia Schiefer. Ma Renzi tira dritto - forte anche dell’accordo fatto proprio con la Svp - ed ancora in serata si dava per certa la candidatura di Maria Elena Boschi (verrà presentata lunedì a Bolzano). Da non dimenticare che proprio di recente i parlamentari del partito di raccolta hanno magnificato la collaborazione con i governi a guida Pd. Ed i Dem altoatesini? Imbarazzato lo stesso segretario. «Si tratta di decidere alla svelta e di lavorare per chi verrà scelto», chiude Alessandro Huber, ricordando che entro dopodomani, alle 20, si devono presentare liste e candidati.













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