Tentato sequestro: c'è la pista pedofilia

Il bimbo viene ritenuto credibile: volevano farlo salire sull'auto per molestarlo



BOLZANO. «Non abbiamo alcun elemento per ritenere non credibile il racconto fatto dal bambino ai propri genitori». Poche parole, quelle degli inquirenti, per confermare la presenza di un'inchiesta che nasconde sospetti e inquietudini. La zona di San Genesio non è la prima volta che viene segnalata, ad esempio, per la presenza sospetta di potenziali pedofili. Qualche anno fa c'era stata anche la segnalazione di una scuola a far scattare controlli a tappeto. In effetti quella della pedofilia sembra essere la pista privilegiata in questo momento dalla Procura della Repubblica e dai carabinieri che stanno lavorando sulla base del racconto del piccolo.

L'inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Axel Bisignano. Nessuno tra gli inquirenti si sbilancia ma se il racconto del bambino è considerato attendibile significa che il piccolo ha fornito indicazioni e particolari che difficilemente possono essere considerati frutto di fantasia. Dunque è molto probabile che il bambino abbia raccontato prima ai propri genitori e poi ai carabinieri non solo l'esatta dinamica dei due molestatori misteriosi, ma anche tutti i particolari sul tipo di macchina, sul suo colore, fornendo anche una descrizione somatica delle due persone che avrebbero tentato di farlo entrare nell'auto. Ben difficilmente, si fa presente tra gli inquirenti, si sarebbe trattato di un tentativo di rapimento.

La famiglia del piccolo non può certo essere considerata talmente ricca da poter affrontare richieste rilevanti di riscatto. Ecco perchè ieri il Pm Axel Bisignano ha dichiarato di non ritenere che si possa trattare di una questione di soldi. Dunque molto probabilmente nessuno ha cercato di rapire il ragazzino, nel senso che non ci sono elementi tali da poter sostenere che il piccolo avrebbe dovuto essere portato da San Genesio allo scopo di tenerlo segregato in qualche struttura con richiesta di riscatto per i genitori.

L'inchiesta condotta dai carabinieri è però per tentato sequestro in quanto il ragazzino ha raccontato che i due individui che viaggiavano a bordo di una Volkswagen Golf avrebbero cercato di farlo salire sull'auto. In effetti potrebbe essersi trattato di un episodio di molestie a sfondo sessuale da parte di due pedofili senza scrupoli in cerca di bambini da avvicinare. A tal proposito gli inquirenti hanno ripreso in mano il fascicolo di un'altra inchiesta, che aveva coinvolto il mondo della pedofilia, che non aveva portato ad alcun risultato. Proprio un anno fa dalle autorità scolastiche altoatesine era partito un allarme che aveva preoccupato e non poco.

Sempre nella zona di San Genesio ed in altre del Burgraviato era stato più volte notato un uomo stazionare con un'auto di colore scuro, sembra una Fiat, davanti alcune scuole elementari di piccoli paesi dell'Oltradige e della Bassa Atesina con obbiettivi, a quanto pare, pedofili. Una segnalazione era giunta anche dalla zona di San Genesio. Un anno fa l'inchiesta era stata seguita dal sostituto procuratore Donatella Marchesini. Non si arrivò a nulla di concreto in quanto l'uomo, una volta predisposti controlli costanti preventivi, evitò di tornare in zona. All'epoca si parlò di un uomo sulla sessantina che viaggiava a bordo di una Fiat punto di colore blu.

I racconti forniti da alcuni bambini dimostrarono ben presto che i tumori erano giustificati. In almeno un paio di occasioni l'uomo avrebbe cercato di adescare almeno un paio di bambini raccontando che i loro genitori avevano avuto un incidente ed offrendosi ad accompagnarli in ospedale. In un altro caso l'uomo sarebbe stato notato davanti ad una scuola con l'auto apparentemente in panne. La Fiat Punto blu aveva il cofano aperto e l'uomo avrebbe fatto finta di essere impegnato ad una riparazione veloce e provvisoria del motore. Ad un bambino che si era avvicinato avrebbe chiesto di salire in macchina per dare gas ed aiutarlo così a capire cosa fosse accaduto al motore. Si sarebbe in realtà trattato di squallidi tentativi di adescare ragazzini all'uscita da una scuola elementare.

Gli episodi segnalati ai carabinieri (e su cui la magistratura lavrò a lungo) sarebbero avvenuti in piccoli paesi del Burgraviato dove l'uomo avrebbe dimostrato di non aver paura di essere riconosciuto. Dopo le prime segnalazioni, però, l'individuo non si fece più vedere e venne invece segnalato in alcune località della Bassa Atesina. Una segnalazione venne anche dalla zona di San Genesio.

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