Tommasini organizza la «Leopoldina»
Pd, offensiva del vicepresidente provinciale con Carlo Costa: «C’è un vuoto politico, rischiamo il flop alle comunali»
BOLZANO. Christian Tommasini esce dal «letargo» politico. Il vicepresidente provinciale per oltre un anno ha adottato una strategia di assoluto basso profilo. Una compensazione dopo la stagione delle sovraesposizione. È rimasto appartato, perfino troppo. Intanto il Pd è andato avanti. La segretaria Liliana Di Fede ha nominato una propria segreteria, che vuole ritagliarsi uno spazio. E il Comune è saltato, commissariato. Tommasini vuole riprendersi un ruolo e lo fa insieme a Carlo Costa, già potente vicesegretario del Pd, attualmente componente della assemblea provinciale ma non della segreteria. Tommasini e Costa stanno organizzando un evento pubblico in stile «Leopolda» di Renzi. L’appuntamento è previsto per la metà di novembre. L’idea è di aprire il microfono a interventi di pochi minuti di chiunque voglia partecipare, simpatizzanti e non solo. «In assemblea parliamo tra noi della assemblea, nei circoli arrivano gli iscritti, bisogna allargare il cerchio», riassume Costa. Ovviamente negano, i due organizzatori, di avere iniziato l’offensiva per «riprendersi» il partito. «La segreteria lavora e la sosteniamo», risponde Tommasini. E tuttavia la «Leopoldina» sarà un evento Tommasini-Costa e non del Pd. «Alla segretaria Di Fede l’idea stata anticipata», sottolinea Costa.
Non si muove solo questo. Ci sarebbero i primi segnali di disgelo con Roberto Bizzo, l’eterno rivale. Il senso è presto detto. «C’è un vuoto politico evidente», ragiona Tommasini, «e in molti ci hanno chiesto di prenderci le responsabilità legate al nostro ruolo pubblico». Un vuoto? «Se nei ragionamenti sul futuro sindaco di Bolzano torna in scena perfino il vicesindaco di Bressanone del dopoguerra (allusione a Dario Stablum, ndr), è evidente che c’è un problema». Poiché i vuoti vengono riempiti, Tommasini immagina che un Pd debole possa essere sbranato dalle civiche alle comunali della prossima primavera a Bolzano. E questo, a catena, significherebbe mettere a rischio il rapporto con la Svp anche in Provincia...
Tommasini la spiega così: «Bisogna mettere sul tavolo idee e persone e farlo attraverso un Pd forte. Il caso eclatante delle dimissioni del sindaco Marino a Roma ci racconta una cosa: non sempre gli outsider arrivati da Marte, senza nulla sapere della politica, sono la soluzione di ogni male. Per amministrare ci vogliono le competenze. Una volta i partiti erano anche una scuola». Sogna i partiti di una volta? «Ovviamente no, ma i partiti non possono neppure essere un taxi su cui salire e scendere a seconda delle convenienze». Aggiunge Costa: «L’evento che stiamo organizzando servirà per capire le cose da fare, a Bolzano e nel resto della Provincia. Bisogna tornare a parlare». E le civiche? «Possono essere utili, ma serve qualcosa di più forte. Il Pd deve garantire un progetto di lungo respiro». I giovani, e non giovani, rampanti del Pd cosa ne dicono?
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