Toponomastica, Rispoli indagasul tesoretto dell'Alpenverein

Il procuratore capo di Bolzano ha incaricato il perito di ulteriori verifiche nell’ambito dell’inchiesta sui cartelli monolingui. Si tratta di capire se il mezzo milione di euro ricevuto sia stato dirottato dall’Alpenverein per la realizzazione degli oltre 30 mila cartelli, molti dei quali monolingui



BOLZANO. C’è un «tesoretto incontrollabile» - afferma Guido Rispoli - nel bilancio dell’Avs. E il procuratore capo vuole vederci chiaro su quei 500 mila euro, finiti alla voce «rimborso spese». Il magistrato ha incaricato il perito di ulteriori verifiche nell’ambito dell’inchiesta sui cartelli monolingui.
Si tratta di capire se il mezzo milione di euro sia stato dirottato dall’Alpenverein per la realizzazione degli oltre 30 mila cartelli - spesso monolingui - installati in questi anni lungo i sentieri di montagna. Le indagini sono piuttosto complesse e potrebbero portare anche all’attivazione della Corte dei conti se venisse accertato un danno erariale. L’associazione alpinistica presieduta da Georg Simeoni continua a sottolineare che «neppure un cent di denaro pubblico» è stato utilizzato per la nuova segnaletica. Ma la procura vuole sciogliere tutti i dubbi. «Siamo ancora in una fase di accertamento», sottolinea Rispoli. Quest’ultimo ha chiesto al perito Roberto Pallaver di fare delle verifiche sui 500 mila euro, risultanti alla voce «rimborso spese». Questa cifra è la differenza tra i 3,8 milioni di euro che la Provincia ha stanziato per l’Avs in merito al progetto di digitalizzazione dei sentieri e i 3,3 milioni che risultano essere stati dati alla Tuga Srl, una società con sede a Lana che ha portato a compimento il progetto. L’Alpenverein avrebbe segnalato l’utilizzo del mezzo milione come rimborso spese per i volontari, pagati 16 euro per ogni ora di lavoro. Ma proprio i volontari avrebbero rinunciato al rimborso previsto. Ecco perché il procuratore capo vuole sapere per che cosa sia stata usata quella somma di denaro. Rispoli la definisce «un tesoretto incontrollato». Se fosse stata usata per i cartelli monolingui, giocoforza l’Avs finirebbe nei guai, come problemi potrebbero esserci per la Provincia, nel caso quest’ultima fosse stata a conoscenza che non tutto il finanziamento era stato usato per gli obiettivi prefissati, ovvero quelli della digitalizzazione dei sentieri altoatesini. In entrambi i casi ci sono risvolti che potrebbero interessare la Corte dei conti. Guido Rispoli punta anche a capire se l’Alpenverein potesse dare l’incarico alla Tuga srl, senza una gara d’appalto. Tutte questioni ancora aperte e che vanno verificate, ma proprio questo è anche il lavoro affidato al perito dalla procura.
Da ricordare che la convenzione stipulata tra Provincia e Avs risale al 2004, quando il sodalizio alpinistico era presieduto da Luis Vonmetz. Simeoni gli è subentrato nell’incarico soltanto nel maggio 2009.

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