Tra le 200 foto che raccontano l’umanità c’è un bolzanino 

Il riconoscimento. Uno scatto del fotografo Tiberio Sorvillo scelto dal British Journal of Photography come una delle immagini più rappresentative a livello mondiale, «Lo sguardo cerca sempre storie»


Annalisa De Vita


Bolzano. Bambini in maschera sul lungomare di Napoli: la foto che vedete in alto, scattata da Tiberio Sorvillo, fotografo bolzanino, è stata scelta tra le 200 che rappresentano l’umanità del pianeta. La foto è stata selezionata dalla storica rivista inglese British Journal of Photography per essere inserita in Portrait of Humanity Vol.2. Un traguardo molto ambito per ogni fotografo professionista.

Sorvillo c’è riuscito per quel particolare “fiuto” di chi gira nelle strade sempre a caccia dell’immagine perfetta.

«Ci sono situazioni - spiega - da cogliere al volo, non puoi attendere, obiettivo puntato ed è fatta». Cattura visi, profili, movenze. Ruba attimi. Coglie suggestioni e le fissa in immagini. È la fotografia di Sorvillo, street photographer bolzanino con radici partenopee. Una fotografia che ama sperimentare. C’è l’istinto e la passione, l’ispirazione, ma c’è anche studio e tecnica. Macchina fotografica al collo e via. Una lunga gavetta, un percorso vario il suo. Fotografo per le testate giornalistiche locali (ha collaborato a lungo anche con il nostro giornale), importanti commissioni per aziende di vari settori, dall'architettura all’estetica, dal turismo alla ricerca e poi la passione per la musica, festival e concerti in giro per l’Europa, dal rock alla musica classica “con la fotografia entro ancora di più nella musica”.

Connessioni, musica e fotografia. Viaggi. Trento 2006, concerto di Jack Oblivian. Passano anni da quell’evento e inaspettatamente riceve il suo disco con ringraziamenti e auguri di Natale e scopre così, con sorpresa, una delle sue foto tra quelle in copertina.

Le connessioni non finiscono, anzi attraversano il tempo e lo spazio, e così, durante un viaggio in America, dopo dieci anni ritrova Oblivian.

Tante, dunque, le esperienze che aprono gli orizzonti ad una fotografia che non si lascia catalogare facilmente. È tanto e tutto. Allenare lo sguardo, lasciarsi incuriosire. L’ammirazione per William Eggleston, uno dei pionieri della fotografia a colori, lo porta nel Tennessee. «Ero ad un passo da lui. E se fossi riuscito ad incontrarlo cosa avrei potuto chiedergli? L’emozione avrebbe preso il sopravvento». È a Memphis dunque, a catturare panorami, conoscere gente, guardarsi intorno, trovarsi al tavolino di un bar e parlare, in quei luoghi non luoghi tanto cari alle fotografie di Eggleston. «Lo sguardo deve essere allenato, guardare il prodotto di altri è importantissimo» spiega Sorvillo. Da Saul Leiter a Gregory Crewdson a David LaChapelle fino a Luigi Ghirri e a Guido Guidi. Un’arte che sperimenta e si confronta, la fotografia. «Ci sono cose più profonde, filosofiche, frutto di un pensiero, di una meditazione, altre seguono invece l’istinto, l’immediatezza di un attimo, di un istante», spiega ancora.

Ci sono le cosiddette “foto in traguardi” quando per esempio passa un corridore, un cavallo da corsa, o una macchina, attraversa una linea “fotofinish” che viene “scansionata”. Una foto è un momento, in questo caso diventa un lasso di tempo. Ecco, cogliere l’istante elevandolo. Renderlo eterno. Spaziare, documentare, ritrarre. Una poesia che cambia. Alla ricerca di nuove ispirazioni. Le chiama “connessioni” Sorvillo. Legami silenziosi. Relazioni umane. Ed è così a dare voce all’umanità. Ed è questa l’umanità di “Carnival”, una foto di bambini sul lungomare di Napoli travestiti per il Carnevale. «Mi piace imbattermi in situazioni comuni che sembrano essere trascurate, registrandole gli si dà importanza».

Suggestiva, dall’effetto sgranato, sbiadito, come a ricordo di un carnevale di altri tempi, questa è Carnival. Sembra una foto ingiallita recuperata da un cassetto. Dimenticata. C’è un legame con l’infanzia. Visi sembrano parlare, sorrisi malinconici. Sfilate barocche in piazze festanti. Umanità, quella di Carnival, premiata dalla storica rivista inglese British Journal of Photography per essere inserita in Portrait of Humanity Vol.2 insieme ad altre 200 foto. Una carrellata di foto a rappresentare la varia umanità, un racconto per immagini che ricostruisce storie di vita da un capo all’altro del mondo. Un libro fotografico Portrait of Humanity Vol.2 pubblicato dalla casa editrice indipendente Hoxton Mini Press, le cui foto saranno visibili addirittura nello spazio, trasmesse nell'universo attraverso un codice binario. Incredibile.

Ha fotografato anche la quarantena Sorvillo. La sua Canon ha fissato il silenzio e il deserto delle città, i visi coperti dalle mascherine e lo smart working, fino ai reparti Covid-19 a documentare la malattia e la guarigione, a dare forza alla speranza. Una poesia sempre diversa, dunque, la fotografia di Sorvillo. Un dialogo intimo tra il fotografo e l’oggetto scelto, una relazione creativa e sentimentale. Una connessione umana e spirituale. E così, come rapito dall’estasi, si disconnette dal reale e la lente diventa il suo occhio e il mondo la sua rappresentazione.















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