Tragedia al lido: «Solo tragica fatalità» 

La Procura ha chiesto l’archiviazione dell’indagine sulla morte del bimbo di 4 anni. Gli avvocati dei genitori hanno però depositato ieri l’atto di opposizione lamentando troppi punti ancora oscuri. Chiesta una perizia sulla recinzione della piscina chiusa al pubblico ma colma d’acqua


Mario Bertoldi


Bolzano. Solo una «tragica fatalità». Con questa motivazione di fondo la Procura della Repubblica ha chiesto l’ archiviazione dell’inchiesta sulla tragedia avvenuta al lido di Bolzano ad inizio luglio, costata la vita a Mattia Uruci, il bimbo di appena 4 anni annegato in una piscina ufficialmente chiusa.

La richiesta di non luogo a procedere (che ora dovrà essere valutata dal giudice delle indagini preliminari) riguarda un fascicolo a carico di ignoti. L’inchiesta, dunque, non ha portato neppure all’individuazione dei potenziali indagati. I genitori del piccolo Mattia, tramite gli avvocati Marco Ferretti e Donatella Campostrini, hanno depositato ieri mattina istanza di opposizione.

Il giudice per decidere se accogliere o meno le conclusioni della Procura dovrà dunque fissare un’udienza con la convocazione delle parti. Che cosa sostengono gli avvocati della parte lesa? In primis che l’indagine non avrebbe chiarito molti aspetti della vicenda, al punto che non sarebbero stati sentiti neppure alcuni testimoni importanti. C’è da chiarire che, codice di procedura alla mano, la parte che si oppone all’archiviazione è chiamata a indicare al giudice nuovi presunti mezzi di prova su cui proseguire l’indagine.

L’ atto di opposizione non può essere generico. Gli avvocati dei genitori della piccola vittima hanno in effetti indicato al magistrato ulteriori testimoni sinora mai sentiti e hanno chiesto che venga svolta una perizia tecnica per stabilire se la recinzione della piscina fosse a norma di legge, soprattutto in considerazione della pericolosità di lasciare incustodita una piscina chiusa al pubblico ma piena d’acqua.

Gli avvocati Ferretti e Campostrini ritengono che la recinzione realizzata con alcune balaustre (ad una distanza di mezzo metro l’una dall’altra e l’aggiunta di una catenella in plastica) fosse completamente inadatta. Lo dimostrerebbe anche il fatto che nei giorni successi alla tragedia altri bambini avrebbero superato la recinzione entrando nella zona a rischio.

«L’inchiesta ha evidenziato delle criticità che riteniamo vadano evidenziate» ha puntualizzato ieri l’avvocato Marco Ferretti che punta molto sulla possibilità che il giudice decida di disporre una perizia sulle modalità di sicurezza con cui i responsabili della piscina deciso di intervenire per chiudere la vasca della tragedia. A tal proposito i legali hanno indicato delle persone che i genitori del piccolo Mattina avevano segnalato e che non sarebbero neppure mai state sentite. Non sarebbe stata mai sentita neppure la donna che per prima, il giorno del dramma, aveva individuato il piccolo Mattia sul fondo della vasca, dando subito l’allarme. «Le transenne - afferma ancora l’avvocato - non erano contigue ma erano state posizionate ad una distanza di una cinquantina di centimetri l’una dall’altra con la chiusura costituita da una catenella di plastica. Probabilmente il bambino vi è passato sotto per gioco ed è caduto nella vasca. Nessuno dei bagnanti si è accorto di nulla ma non vi era alcun presidio da parte dei bagnini».

Gli avvocati della famiglia del piccolo puntano il dito contro l’organizzatore della sicurezza perchè in un lido comunale, ove ovviamente vanno rispettate regole ben precise - sostengono sempre i legali - al di là della presenza dei bagnini andava garantita l’impossibilità effettiva di accedere ad una piscina dichiarata inagibile.

«Sono valutazioni molto importanti - spiega ancora l’avvocato Marco Ferretti - perchè la chiusura di una vasca va organizzata in maniera tale che neppure inavvertitamente qualcuno ci spossa finire dentro, tanto più se non si prevede neppure la presenza di un bagnino». Ecco perchè i due legali della famiglia Uruci ritengono non accettabile che il magistrato inquirente intenda chiudere l’inchiesta penale parlando di assenza di responsabilità da parte di terzi addebitando il dramma semplicemente ad una «tragica fatalità». Secondo i genitori del piccolo deceduto è dunque necessario un approfondimento delle indagini. «Tra il resto - puntualizza ancora l’avvocato Ferretti - ad oggi la Procura non ha neppure chiarito la dinamica dei fatti nè ha mai verificato tecnicamente come debba essere isolata in un lido una vasca chiusa al pubblico ma colma d’acqua».













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