Travolto in pista davanti alla fidanzata

Alex Radicchi, 26 anni, cade in moto e viene investito sul circuito di Cremona È morto dopo tre operazioni. Era figlio di Romolo, sindacalista della Cgil


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «Il mio regalo di compleanno doveva essere il cd con le foto di una giornata indimenticabile: Alex era la seconda volta che correva sul «Cremona Circuit» e stava andando alla grande. Lui che era partito in quarta posizione, era in rimonta e stava per raggiungere il primo. Avrebbe sicuramente vinto, ma poi c’è stato quel maledetto incidente». Dennis Dall’Osto è uno dei quattro amici che, sabato pomeriggio subito dopo pranzo, sono partiti per Cremona, assieme ad Alessandro Radicchi - 26 anni di Pineta, meccanico-collaudatore dell’Iveco, batterista degli “Skarn”, figlio di Romolo storico sindacalista della Fiom/Cgil - morto lunedì sera, all’ospedale di Cremona, per le gravissime conseguenze di un incidente verificatosi in pista domenica pomeriggio, mentre correva in sella ad una Kawasaki Ninja 600, la moto acquistata quattro mesi fa proprio per provare l’ebrezza della velocità non in strada, ma sui circuiti dotati dei più avanzati sistemi di sicurezza.

I cinque, tutti appassionati di motori - sia Alex che Dennis sono iscritti anche all’Abarth Club Bolzano - avevano deciso di partecipare alla giornata di prove libere organizzata dal Gully Racing. Per Alex, innamorato della sua Kawasaki e del verde colore simbolo del marchio, quella trasferta era il regalo di compleanno, visto che l’8 ottobre aveva festeggiato i 26 anni.

La gara. Che fosse al settimo cielo lo si capisce leggendo l’ultimo post sulla sua pagina facebook. Alle 10.53 di domenica scriveva: “Primi due turni andati, molto soddisfatto e ora prepariamoci per il terzo turno”.

Dopo il terzo turno di prove - ciascuno della durata di 20 minuti - c’era stato il quarto e poi era cominciata la gara divisa per categorie.

«Io e Stephanie Donegà, la ragazza di Alex - racconta Dennis - lo stavamo seguendo dalla terrazza dell’autodromo: questione di poco e avrebbe vinto. Ma poi qualcosa è andato storto: abbiamo visto la moto che alla terza curva è scivolata via e Alex che finiva sul ghiaione. Non si sarebbe fatto nulla se quello che seguiva, per evitare di centrare la sua moto, non fosse finito a sua volta sul ghiaione, travolgendo in pieno il mio amico».

Dennis ricorda le fasi concitate dei soccorsi: l’arrivo immediato dell’ambulanza e poi la corsa verso l’ospedale di Cremona.

Gli interventi. «Noi abbiamo sperato, ci siamo illusi che se la sarebbe cavata con qualche costola rotto, come capita in incidenti di questo tipo. Tanto che quando ho comprato il cd, mi hanno chiesto se volevo anche le immagini dell’incidente, ma ho detto di no, perché ho pensato che quando si sarebbe ripreso, avremmo ripercorso assieme solo le fasi belle di quella giornata».

Quando però gli amici sono arrivati all’ospedale di Cremona si sono resi conto che la situazione era molto critica. «Alex era già in sala operatoria: i medici - in attesa del padre che stava arrivando da Bolzano - a noi hanno detto poco».

Dopo il primo intervento ce n’è stato un secondo nel cuore della notte, per cercare di bloccare la grave emorragia interna.

«Sembrava che si stesse riprendendo: almeno questo è quello che abbiamo sperato fino all’ultimo».

Troppo gravi le lesioni riportate: la situazione nella giornata di lunedì è peggiorata e in serata, dopo la terza operazione, il giovane si è spento.

L’incidente di cui è rimasto vittima è molto simile per certi versi a quello in cui ha perso la vita Marco Simoncelli, travolto nel 2011 sul circuito di Sepang in Malesia, dalla moto di Valentino Rossi .

La musica. Alex era molto conosciuto oltre che nel mondo degli appassionati dei motori, anche in quello della musica.

Era il batterista degli “Skarn”, gruppo metal nato nel 2008: in quel giro e non solo, Alex era “Skikky”. «Una passione - spiega Lorenzo Sola, sindacalista della Cgil amico di famiglia Radicchi (anche la mamma Heidi e la sorella Katia lavorano per il sindacato, ndr) - nata da bambino quando mi ricordo che usava le padelle come batteria».

Per la sua ragazza e un gruppo di altri amici era invece “Nano”. Il nomignolo che Stephanie aveva scritto anche sui muffin portati fino a Cremona, per festeggiare ancora assieme agli amici delle moto il compleanno.

«Domenica prossima niente corse, niente concerti: era già previsto - dice distrutto dal dolore il padre Romolo - che Alex avrebbe festeggiato con noi, in famiglia. Purtroppo, lui adesso non c’è più. Sabato abbiamo pranzato assieme per l’ultima volta, poi l’ho aiutato a caricare la moto sul furgone. Ricordo le ultime parole, quelle che un genitore dice sempre: “Mi raccomando, stai attento”».

I funerali si terranno venerdì alle 14.30 a Laives.

(con la collaborazione di Alessandro Zucali)













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