L'inchiesta

Truffati da un falso agente Fed 

Tra gli imputati anche un altoatesino, che avrebbe millantato con le vittime contatti finanziari altolocati. Contestata l’associazione per delinquere. Otto gli indagati. Per decine di risparmiatori locali danni per 2 milioni di euro


Mario Bertoldi


BOLZANO. Programmi abusivi di investimenti finanziari, facili promesse di considerevoli guadagni, decine di risparmiatori altoatesini truffati e rimasti con un pugno di mosche in mano. La Procura della Repubblica ha chiesto il rinvio a giudizio di otto persone finite sotto inchiesta con l’accusa di truffa ed associazione a delinquere. L’imputazione è stata estesa anche a tre società straniere di cui due non più operative in quanto fallite ed una ancora in piedi, ma senza particolari capacità economiche.

Il sistema truffaldino non prevedeva nulla di nuovo rispetto a tanti casi analoghi. L’obiettivo era fare finire nella rete il maggior numero di risparmiatori in cerca di sistemi per fare fruttare le proprie somme di denaro. La ricerca di risparmiatori disposti ad investire (con l’idea di far fruttare adeguatamente le somme messe a disposizioni) sarebbe avvenuta a più riprese anche in Alto Adige, soprattutto nella zona della val Pusteria.

I programmi di investimento sarebbero stati messi a punto in Alto Adige (in particolare a Terlano e Brunico) ed in Spagna, Svizzera e Germania. Ed è proprio un brunicense l’operatore finanziario che avrebbe avuto, secondo l’accusa, un ruolo molto importante in Alto Adige ove sarebbero stati contattati diversi clienti danarosi.

L’uomo non avrebbe avuto remore ad esaltare le sue credenziali inesistenti di promotore finanziario ed esperto nel settore dell’alta finanza - si legge nel capo d’imputazione - millantando contatti altolocati con diverse multinazionali, qualificandosi come agente autorizzato della Fed (Federal Reserve Bank americana). L’udienza preliminare in tribunale a Bolzano è ripresa con le arringhe degli avvocati difensori che hanno sostanzialmente negato ogni addebito sostenendo che gli investitori sarebbero stati perfettamente consapevoli dei rischi a cui andavano incontro.

In sostanza la tesi è che gli investimenti fossero ad altro rischio e che i diretti interessati coinvolti fossero consapevoli che avrebbero anche potuto perdere gran parte degli importi investiti. Un rischio - secondo gli avvocati difensori - facilmente prevedibile posto che i promotori avrebbero prospettato guadagni ad interessi stratosferici e cioè sino al 90 per cento.

A curare l’indagine, sulla base delle prime denunce e delle prime segnalazioni, fu la Guardia di finanza di Brunico. Gli altoatesini che lamentano di aver perso somme considerevole sono almeno una decina ed il danno complessivo provocato dagli investimenti considerati truffaldini sono nell’ordine di almeno un paio di milioni di euro. Denaro che si è letteralmente volatilizzato. Siamo nell’ordine di almeno un paio di milioni di euro.

La lista di chi lamenta un danno finanziario concreto è decisamente nutrita. Tutti e otto gli indagati debbono rispondere oltre che di truffa anche di associazione per delinquere in quanto il gruppo (tra cui alcuni cittadini stranieri) si sarebbero mossi secondo direttive centralizzate ed una strategia studiata.













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