Tumori, per 27 mila malati cure più mirate ed efficaci

L’Asl investe in nuovi medici e macchinari all’avanguardia e punta dal 2019 a non dover più indirizzare i pazienti a Trento ed Innsbruck per la radioterapia


di Valeria Frangipane


BOLZANO. L’Asl vuole garantire ai malati di tumore la massima specializzazione e le migliori cure possibili. Per questo investe in nuovi medici, nuovi macchinari e punta dal 2019 a non dover più indirizzare i pazienti a Trento ed Innsbruck per la Radioterapia. E la certificazione oncologica - che permette di operare solo negli ospedali di Bolzano, Merano, Bressanone e Brunico - introdotta in Alto Adige nel 2013 non senza fatica, vista l’opposizione della periferia - va in questo senso e sta dando ottimi risultati. Il punto della situazione è stato fatto ieri in consiglio provinciale. Ne hanno parlato - davanti all’assessore alla sanità Martha Stocker - il direttore dell’Asl Thomas Schael, il direttore sanitario Oswald Mayr e Luca Armanaschi, direttore dell’Ufficio aziendale per lo sviluppo clinico e strategico.

Molto chiara la loro sintesi: «L’analisi dell’associazione tra la casistica trattata da una struttura e la specializzazione dei professionisti contribuisce a ridurre il tasso di mortalità dei pazienti, come confermano studi internazionali. E noi andiamo in questo senso». Molto diretto Schael: «In un momento in cui si evidenziano soprattutto le criticità del servizio sanitario provinciale la certificazione oncologica rappresenta motivo di orgoglio per tutta l’Asl». Ricordiamo che in base ai dati dell’Osservatorio epidemiologico in Alto Adige vi sono circa 27.000 persone malate di tumore e che ogni anno vengono diagnosticati circa 3.350 nuovi casi mentre i decessi sono 1.350. «Per combattere le neoplasie al meglio - fa sapere Armanaschi - sono stati fissati i volumi minimi di interventi chirurgici annui (soglie di struttura) per patologia oncologica e sono stati individuati e nominati 47 chirurghi dedicati per patologia sempre in base alle abilità maturate. Sono stati inoltri nominati 10 radiologi e 27 tecnici di radiologia per l’attività di screening mammografico, 23 endoscopisti per lo screening colon-retto e sei infermiere per l’assistenza alle pazienti affette da tumore al seno». Armanaschi ha poi sottolineato come uno dei pilastri nella lotta contro la malattia sia l’omogeneizzazione del percorso di cura del paziente, percorso che richiede il contributo di più professionisti che collaborano secondo tempi e procedure ben definite.

In quest’ottica la discussione multidisciplinare (tumorboard), rappresenta uno standard irrinunciabile. E la lotta contro il cancro richiede una grande forza da parte delle persone colpite e con i day-hospital aperti da alcuni mesi a Brunico e Bressanone l’Asl è in grado di offrire ai pazienti assistenza per la chemioterapia. «Ricordiamo che prima dell’avvio del progetto, la somministrazione di chemioterapia veniva gestita dal reparto di presa in carico del paziente con bassi standard di sicurezza sia per i pazienti che per il personale». Novità anche per la Radioterapia. «Prima dell’avvio del progetto i pazienti che si sottoponevano a questo genere di trattamento venivano inviati a Trento ed Innsbruck. Il potenziamento del Servizio aziendale con nuovo personale e nuove apparecchiature specialistiche ci ha consentito di aumentare dal 2014 ad oggi il numero di pazienti gestiti a Bolzano e la contestuale riduzione del numero di pazienti inviati fuori provincia. Entro il 2019 l’Alto Adige sarà autonomo in questo settore».













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